Regia di Adrian Lyne vedi scheda film
Rifacimento di una pellicola di fine anni 60 di Chabrol,"Unfaithful" segna il ritorno dietro la macchina da presa dopo cinque anni di Adrian Lyne,reduce dal disastro finanziario di "Lolita"(anche critico,ma a cimentarsi con Kubrick bisogna avere coraggio).Storia di tradimento e passioni proibite,e',in questa versione targata USA,un thriller che curiosamente perde vistosamente colpi proprio quando entra in moto(tardivamente) il meccanismo "giallo".Perchè nella prima parte,quella della seduzione e dei gai tradimenti di Diane Lane moglie ideale con il bohemien Oliver Martinez,il film e'ben curato,pur non presentando nulla di nuovo,rende bene la condizione agrodolce della donna divisa tra la gioia della nuova passione e il rimorso del cedimento ai sensi e del rischio della stabilita'affettiva.Quando il marito Richard Gere, appreso della relazione extraconiugale,incontra il giovane amante della consorte e in un momento di rabbia lo uccide ,il racconto mette costui in primo piano e si banalizza e semplicizza fin troppo,per chiudersi su un'ambigua "pax" familiare.Lyne mantiene il suo stile di esaltazione dei dettagli,giochi di luce e scorci urbani,continua a illustrare il tormento del rapporto tra Uomo e Donna,e mostra di non aver ancora imparato a far filare un racconto dall'inizio alla fine senza cadute di ritmo o tono.Diane Lane,oltre che una splendida donna,evidenzia la sua bravura d'attrice in un ruolo che ha anche battute non azzeccatissime,soprattutto quando e'in treno dopo il primo incontro sessuale con l'amante:guardate sul suo viso come rimpianto e rimorso si combattono,e rende in alcuni momenti molto "reale" il suo personaggio.Meno bene gli uomini:Gere ha spesso toni fuori luogo,e Martinez gioca troppo a fare il bel tenebroso.Complessivamente,meno peggio di quanto lasciasse pensare:ma siamo sul facilone...
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