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Third World Hero

Regia di Mike De Leon vedi scheda film

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La recensione su Third World Hero

di port cros
7 stelle

26° FAR EAST FILM FESTIVAL DI UDINE (2024) - FUORI CONCORSO - SEZIONE RETROSPETTIVE

 

Alla fine degli anni 90 è passato ormai un secolo dalla fucilazione nel 1896 di José Rizal, scrittore, poeta e combattente contro il colonialismo spagnolo, assurto nelle Filippine allo status di massimo eroe nazionale.

Il regista filippino Mike De Leon decide allora di affrontarne il mito con coraggio e originalità, mettendo in scena un film sulla realizzazione di un film documentario sulla figura di Rizal. I protagonisti del film nel film sono due giovani cineasti che si accingono ad un lavoro di ricostruzione storica che non si accontenti della mera agiografia, ma che vada ad approfondire anche gli aspetti controversi e mai del tutto chiariti del personaggio. Tra questi il più scottante è la ritrattazione delle sue posizioni anticlericali e la conversione al cattolicesimo alla vigilia dell'esecuzione capitale. Fatto apparentemente documentato, ma su cui aleggia il dubbio sia stato inventato dalla Chiesa cattolica per riappropriarsi della figura dell'eroe.

 

Nel finto documentario vediamo i due registi agire all'interno di ricostruzioni dei primi film dedicati a José Rizal già agli albori della cinematografia filippina, nonché immaginare di intervistare lo stesso eroe e i personaggi che ne hanno incrociato la parabola umana: la moglie irlandese Josephine (ma si sono mai sposati?), l'austera madre Doña Teodora, la sorella Trining, il prete che avrebbe raccolto la sua confessione e l'abiura delle tesi anticattoliche.

 

Emerge così che la realtà storica è sempre oggetto di discussioni e divergenti interpretazioni e che su un personaggio celebrato da una nazione intera non si conoscerà mai la completa verità, data la difformità delle testimonianze di familiari e religiosi, l'incoerenza delle dichiarazioni rese dai testimoni a distanza di anni, il persistente dubbio sull'autenticità dell'abiura che egli avrebbe scritto, al punto che gli autori protagonisti devono rinunciare a proporre una tesi univoca.

 

Come i suoi alter ego metacinematografici, anche Mike De Leon si tiene lontano dall'agiografia celebrativa e dalle versioni ufficiali preconfezionate, dimostrando coraggio nell'affrontare gli aspetti mai chiariti della vita di quello che nelle Filippine è venerato come un santo martire laico per l'indipendenza della patria, osando quindi metterne in discussione il mito.

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