Regia di Mitsuhiro Mihara vedi scheda film
26° FAR EAST FILM FESTIVAL DI UDINE (2024)
VINCITORE DEL PREMIO GELSO D'ORO AL MIGLIOR FILM
L'anziano maestro della produzione di tofu Sig. Takano gestisce con la figlia divorziata Haru un piccolo negozio-laboratorio in un borgo marittimo della Prefettura di Hiroshima dove produce artigianalmente il suo caglio, rinomato nella zona per la sua bontà e poi fornito ad un locale supermercato. Testardo e scorbutico, l'uomo deve però affrontare problemi di salute e la prospettiva che la figlia lo lasci solo risposandosi. Per non farsi scavalcare dagli eventi, si arroga di scegliere lui stesso il futuro marito della figlia, organizzando colloqui di pretendenti con l'aiuto dei suoi amici del barbiere. Poi ovviamente la vita va da tutt'altra parte rispetto ai suoi piani, e la donna si fidanza con il detestato responsabile del supermercato, che contro il volere dell'anziano vorrebbe vendere il suo tofu a Tokyo e addirittura all'estero. Takano nel frattempo si lega con una forma d'affetto simile a una tardiva storia d'amore nata nei corridoi dell'ospedale con una signora malata di tumore, priva di legami familiari se non un'orribile nipote che aspetta la sua morte per mettere le mani sull'eredità. Sarà proprio questo incontro a far comprendere all'uomo che i legami dell'affetto familiare devono prevalere sulle sue rigide concezioni.
Opera incentrata sul sentimento, Takano Tofu appartiene a un genere ormai consolidato di film giapponesi, in equilibrio tra commedia e dramma per raccontare con tenerezza e empatia i rapporti umani, soprattutto nel contesto familiare. Il tono lirico e malinconico, con momenti di intensità emotiva, è alleggerito da siparietti comici, non sempre riusciti, affidati al gruppetto di buffi amici del barbiere. La commozione prevale nella scena finale, con l'abbraccio di padre e figlia ed il chiarimento di ogni passata incomprensione.
Il tema principale dei rapporti familiari riguarda quelli tra un padre anziano e una figlia adulta, che hanno condiviso la vita e il mestiere , ma si trovano poi su posizioni opposte per via della differenza generazionale, esasperata dal rigido tradizionalismo di Takano, avverso a qualunque innovazione. Poi c'è la difficoltà per un uomo orgoglioso e cocciuto di accettare la vecchiaia e la prospettiva della morte. Un altro tema è quello della dedizione verso il lavoro (diverse sequenze sono dedicate alla preparazione artigianale del tofu), che Takano si rende conto con rimpianto che per motivi di età dovrà presto abbandonare, passando il testimone ed il controllo a Haru. L'anziano conservatore dovrà allora imparare a sviluppare la capacità di comprendere e accettare le scelte degli altri, anche quando non le si condividono, e far pace con la prospettiva che nel futuro il suo amato negozio sarà gestito diversamente da come lo ha portato avanti lui per decenni.
Opera complessivamente di buon livello, ma magari non il miglior film del festival, Takano Tofu si muove con delicata e sentimentale sicurezza sui binari consolidati del suo genere, e così ha certamente ha saputo toccare le corde giuste tra il pubblico del Teatro Nuovo di Udine (e anche tra gli spettatori online, avendo vinto anche il premio di My Movies votato da chi l'ha guardato sulla piattaforma).
Voto: 6,5 su 10
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