Regia di Mitsuhiro Mihara vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 26 - CONCORSO - GELSO D'ORO Audience Awards.
"My tofu is better than yours".
Per alcuni il lavoro è una ragione di vita, e l'impegno e l'entusiasmo profusi durante una vita di fatiche ed impegno totale, ripagano con la soddisfazione di saper creare il prodotto migliore, nonché il più apprezzato.
L'anziano Takano Tatsuo di Hiroshima, sopravvissuto fino alla terza età assieme a pochi altri fortunati, diventati testimoni della più grande atrocità di guerra subita a seguito del lancio della famigerata bomba nucleare, vive e trova la forza di realizzarsi grazie all'aver appreso a produrre il tofu migliore della città, richiestissimo più di quanto egli possa riuscire a produrne nel suo piccolo laboratorio artigianale assai noto in città.
Inoltre l'uomo vive per veder finalmente sistemata, a livello prettamente esistenziale e sentimentale, la devota figlia ormai cinquantenne, destinata da troppo tempo a restare sola e a dedicarsi a fare da umile e obbediente aiutante del padre.
È bello, anche se forse non proprio genuino, il sentimento prepotente che scaturisce da un rapporto padre e figlio così intenso e simbiotico come emerge in questo film tra le due figure protagoniste.
È decisamente meno bella, meno originale, meno autentica e riuscita, e quindi a tutti gli effetti forzata, l'ossessione di alternare continuamente lo slancio sentimentale ed affettivo che lega i due, con la smania di intervallare questa delicatezza, con macchiette spiritose davvero puerili, quasi imbarazzanti (i vecchi amici fannulloni dell'instancabile produttore di tofu che si prodigano ad aiutare l'amico ad accusare la figlia da troppo tempo tornata zitella).
Un dualismo che non si amalgama mai veramente ed anzi rende tutto più falsato e artificioso, laddove un sentimento sincero emergerebbe veramente senza bisogno di inutili artifici comici.
Certo il film, scaltramente delicato e contornato da una minuziosa costruzione introspettiva dei tre personaggi principali - padre, figlio e nuova anziana amica del padre - è costruito con una gran professionalità, diligenza ed ossessione a riuscire a risultare piacevole ed empatico a furor di popolo.
Missione riuscita in pieno, basti pensare al favore che Takano Tofu ha riscontrato alla proiezione al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, ove il film si è aggiudicato il premio più importante, ovvero il Gelso d'Oro da parte del pubblico, con una media di apprezzamento davvero elevatissima.
"Sarebbe bello avere una famiglia con cui litigare ogni tanto".
Ciò non toglie, tuttavia, che questa carineria dilagante nella storia e nei siparietti corali che contornano la vicenda, così come questo smodato sentimentalismo, tra malattie incombenti ed amori senili che sopraggiungono come la miglior medicina immaginabile, per taluni altri spettatori, seppur una esigua minoranza, possono al contrario trasformarsi in qualcosa di oltremodo stucchevole, al punto da creare fastidio e altre sensazioni non proprio favolevoli. Questione di gusti, di indole, di sensibilità certamente.
Ma esiste anche, forse, una forma di sensibilità ogni volta che, procedendo decisamente controcorrente, si propende a non farsi deliberatamente prendere per il naso, scegliendo comunque di diffidare di fronte a troppo buonismo diffuso e profuso senza remore, trovandosi automaticamente a rivestire gli ingombranti panni dell'immancabile guastafeste.
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