Regia di Herman Yau vedi scheda film
FAR EAST FESTIVAL 26 - CONCORSO
"Big flood action thriller".
Piove ininterrottamente da giorni in una particolare zona della Cina, e luoghi impervi ove la macchia forestale domina ancora l'urbanizzazione spesso senza scrupoli, stanno per cedere alla forza dirompente di acque a stento contenute da dighe costrette a scaricare parte dei loro bacini al limite.
Quelle stesse zone sono teatro di contrabbando di stupefacenti e la polizia di frontiera, composta da un gruppo solidale e ben addestrato, farà di tutto per sgominare una banda di briganti sorpresa a sottrarre la merce a loro colleghi meno accorti ed organizzati.
Ma né i malviventi, né la polizia, hanno fatto i conti giusti con la furia di una natura che si sta letteralmente rivoltando e ripiegando su se stessa a suon di frane, catastrofici smottamenti ed impressionanti alluvioni.
Il cinema dell'adrenalinico dell'infaticabile regista action di Hong Kong, Herman Yau, cinquanta film all'attivo in un trentennio di cartiera quasi interamente dedicata all'action con deviazioni e svolte verso l'horror, si popola spesso di cacce al ladro che impegnano uno o più integerrimi paladini e tutori dell'ordine pubblico. Habitué del Feff e protagonista quest' anno alla 26° edizione più che mai con ben tre action nella sezione concorso, ovvero Moscow Mission, Raid on the lethal zone e War customized, Herman Yau sfodera tutta la sua grinta e lo stile consolidato dirigendo un blockbuster che coniuga alla perfezione il poliziesco teso e concitato con il disastro movie più puro.
Ne scaturisce un gran prodotto di intrattenimento, con scene action dirette con la consueta maestria ben nota, e altre dedicate alla furia della natura che riescono a suscitare impressione ed inquietudine tanto sono realizzate in modo certosino.
Poi certo, a voler fare i precisetti si potrebbe obiettare che molte scene ambientate sotto una perenne pioggia battente avrebbero necessitato di filtri più realistici per "cancellare" ombre da raggi solari palesi quanto incongrue sotto un cielo da uragano.
Ma son dettagli che si possono anche tralasciare, come anche la consueta tendenza a lasciarsi prendere da smancerie sentimentalisti che di fatto poco opportune entro un climax adrenalinico di ben altra direzione.
Il cinema fieramente coatto ed orgogliosamente macho marchiato Yau è sinonimo e garanzia di un ottimo livello tecnico di realizzazione e certezza di trovarsi di fronte ad uno spettacolo pirotecnico quasi sempre galvanizzante. Perché il cinema di puro svago, quello manesco che permetta di fare riposare per due ore le valvole dell'intelletto, è giusto che esista e si immoli a farci trascorrere momenti di genuino intrattenimento e nulla più.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta