Regia di Sergio Citti vedi scheda film
Un'indagine sul calcio dal punto di vista dei tifosi, della gente comune.
C'è chi allo stadio ci va per abitudine, chi non riesce proprio a non andarci, chi addirittura sostiene che “a noi latini il calcio ce l'abbiamo nel sangue”; chi invece non frequenta mai lo stadio preferendo dedicare le domeniche alla famiglia e al riposo. Chi segue il calcio con frenesia, chi con disillusione; chi ha paura degli scontri tra tifosi e chi pensa che i calciatori siano solo ragazzini viziati che guadagnano troppo. Sergio Citti scende letteralmente in strada e perlustra la Capitale alla ricerca delle opinioni più disparate sul calcio e sul tifo; l'affresco complessivo che ne esce esprime le mille anime di una città fortemente legata a questo sport, ma che proprio per questo prova anche un effetto rigetto nei suoi confronti. Naturalmente scegliere Roma per un'indagine sul calcio visto attraverso gli occhi degli italiani non è una banalità: è qui che si svolgono due campionati ogni anno, uno che è quello nazionale, che riguarda anche il resto d'Italia, e l'altro che è relativo esclusivamente ai derby, cioè agli scontri diretti tra Roma e Lazio. Citti entra anche allo stadio mostrando da vicino i riti, le preparazioni, le emozioni e le esultanze dei tifosi, partecipando alla loro quotidianità. Poi, d'improvviso, la svolta inattesa: il documentario si fa fiction e nella seconda parte del lavoro vediamo un impresario funebre vendere i loculi di un cimitero appena ultimato. Tutti moriamo come tutti prima o poi andiamo allo stadio: una morale ironica, spiazzante e francamente non del tutto condivisibile. 39 minuti di durata. 6/10.
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