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Nightbitch

Regia di Marielle Heller vedi scheda film

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La recensione su Nightbitch

di alan smithee
3 stelle

locandina

Nightbitch (2024): locandina

42TFF: FUORI CONCORSO

Un'artista dalla carriera promettente decide di mettere da parte il mondo dell'arte per dedicarsi a fare da madre al bimbo che ha concepito col suo compagno, quasi sempre via di casa durante la settimana per ragioni professionali.

Di fatto la donna si ritrova costretta in un ruolo solitario di madre single che non le sta molto a genio, e che la istiga a cercare emozioni ed esperienze di vita che, in qualche modo e senza una effettiva spiegazione, la legano ad un mondo animale primordiale da cui la donna trae gran fascino.

Fino al momento in cui ella si accorge che alle sensazioni istintive, si unisce anche una vera e propria mutazione fisica, rapida e indolore, che la vede poco per volta assumere le sembianze di un canide.

 

Amy Adams

Nightbitch (2024): Amy Adams

Amy Adams

Nightbitch (2024): Amy Adams

Le emozioni che prova durante questa fase di mutazione la allontanano sempre più da un sempre più spaesato ed inerte marito, e la gratificano con una nuova vena creativa che trae spunto proprio dai misteri di un istinto primordiale ora pienamente percettibile.

La regista americana Marielle Heller, nota per i precedenti Copia originale (2018) e Un amico straordinario (2019), dirige un fosco thriller con risvolti horror (invero piuttosto grotteschi, anche se per nulla comici od ironici) con al centro una brava e motivata Amy Adams che rinuncia al trucco e alle linee sottili per incarnare piu plausibilmente il ruolo di una neo mamma suo malgrado costretta a rinunciare alle proprie aspirazioni, e per questo frustrata e insicura.

Amy Adams

Nightbitch (2024): Amy Adams

 

Amy Adams

Nightbitch (2024): Amy Adams

Il film però si poggia su una sceneggiatura raffazzonata e ridicola (non pervenuto il motivo della scelta di trasformazione in cane) che non decolla mai e semmai rimane ancorata a situazioni grottesche che non aiutano a favorire una auspicata svolta horror ad una ennesima vicenda improntata sulle difficoltà legate alla maternità che quest'anno fanno da "fil rouge" al programma festivaliero del 42TFF. Affianca la Adams uno spaesato Scoot McNairy, lungo una vicenda scombiccherata che trova il suo culmine più kitch nel risultato farlocco della nuova produzione artistica racchiusa nella nuova composizione a base di selvaggina e animali impagliati che segna il ritorno al mondo dell'arte di una mamma un po' spaesata e fisicamente mutata.

La Heller del resto non è affatto John Landis e non può permettersi deliri narrativi attraverso cui il regista di Un lupo mannaro americano a Londra riusciva a strabiliare il pubblico tra risate e brividi di paura.

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