Regia di Vincente Minnelli vedi scheda film
Un po’ come nel precedente Il bruto e la bella, un attore finito viene richiamato da un regista con cui aveva rotto anni prima per lavorare in un film che si sta realizzando a Roma (l’“altra città” del titolo, la Hollywood sul Tevere di quegli anni). Qui però manca la misura, ci sono troppi personaggi e si agitano troppo; per approdare poi a un finale didascalico, con Douglas che riesce a superare i traumi del passato (si distacca sia dal regista amato e odiato sia dalla propria ex moglie, causa del loro distacco) e torna rigenerato negli USA. Il film può essere considerato la versione incruenta di Viale del tramonto (per chiarire il concetto, c’è persino il figlio di von Stroheim) oppure La dolce vita visto dagli americani.
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