Regia di Enrico Guazzoni vedi scheda film
Due sergenti dell’esercito napoleonico, in missione in Italia, compiono un grave reato a fin di bene; uno dei due, estratto a sorte, dovrà pagare con la vita. L’uomo ha però la possibilità di tornare a salutare per l’ultima volta la sua famiglia.
Il romanzo omonimo di Paolo Lorenzini – alias Collodi Nipote – era uscito appena quattro anni prima, nel 1932; a sua volta era tratto dal dramma francese dallo stesso titolo a firma Auguste Maillard e Theodore Baudouin d’Aubigny (già trasposto per il cinema in un paio di occasioni durante l’epoca del muto); qui I due sergenti diventa infine un film con sceneggiatura di Nunzio Malasomma e Carlo Bernard, per la regia dell’esperto Enrico Guazzoni, classe 1876 e attivo nel mondo della celluloide dai primi del Novecento. Il risultato è indubbiamente gradevole, entro i limiti del genere, e il buon mestiere di regista e attori traspare appieno; la storia è fin troppo densa di avvenimenti per l’ora e mezza o poco più di durata della pellicola, tanto che il ritmo risulta senz’altro l’elemento più convincente del lavoro. Questo senza nulla togliere alle interpretazioni, tra gli altri, di Gino Cervi, Antonio Centa, Evi Maltagliati, Lamberto Picasso, Mino Doro, Enzo Biliotti, Ugo Ceseri, Luisa Ferida e Nella Maria Bonora. L’ardimento dei protagonisti, unito al lieto fine nel quale coraggio e determinazione vengono premiati, deve essere stato senz’altro gradito al regime, sebbene l’opera non sembri fare leva su argomenti o toni di propaganda, proponendosi essenzialmente come un melodrammone in costume. Curiosità numero uno: in una particina, accreditata con il suo vero nome (Alida Altenburger), compare la quindicenne Alida Valli, nel suo primo ruolo ufficiale sul grande schermo. Curiosità numero due: quindici anni più tardi uscirà un altro I due sergenti (1951), diretto stavolta da Carlo Alberto Chiesa, ma si tratterà di un soggetto originale. 4/10.
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