Regia di Ron Clements, John Musker vedi scheda film
XLIII Classico Disney, macchiato da uno spiacevole insuccesso, è un futuristico adattamento del noto romanzo d'avventura L'isola del tesoro scritto da Robert Louis Stevenson. Senza avere il timore di confrontarsi con un titolo di prim'ordine della letteratura, ne attinge i capisaldi e da questa libera ispirazione non esita poi a seguire una propria strada, pur secondo un forse insperato rispetto. Tutto sommato la debacle è quindi immeritata, secondo me. Non siamo ai vertici dell'animazione e i capolavori del genere sono ben altri, questo è lapalissiano. Eppure deve esistere una via di mezzo fra il riconoscere e il ribadire ciò e l'affondare senza appello un'opera invece dignitosa quanto basta. Andrebbe riscoperta e rivalutata, restituendole il posto che le spetta. Di nuovo, non si colloca fra i migliori, ma tra i discreti superiori alla media sì. L'idea di partenza è buona e si sviluppa con un adeguato respiro, con qualche sequenza da antologia. Il cuore è dato dall'interazione fra i due personaggi principali, il giovane Jim e John Silver. Al contorno si annoverano la simpatia di varie figure di supporto e lo stimolante incontro fra le atmosfere del racconto e la diversa ambientazione.
Cresciuto con la madre, proprietaria di una locanda, l'adolescente scavezzacollo Jim Hawkins si mette spesso nei guai per le scorribande a bordo del suo Solar Surfer. Sin da piccolo il ragazzo è affascinato dalle avventure dei pirati dello spazio - come il leggendario Capitano Flint - e dai cercatori di tesori. Così, quando un'astronave precipita nelle vicinanze della locanda e uno strano viaggiatore gli consegna un'antica sfera che custodisce una misteriosa mappa, Jim decide di partire per andare alla ricerca del Pianeta del Tesoro.
James Newton Howard compone nel suo stile le musiche originali e ben poco c'è da commentare. Sempre è prezioso il suo contributo. Da notare la canzone Ci sono anch'io cantata da Max Pezzali.
Le mie aspettative non sono state disattese. Promosso così.
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