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Un mondo d'amore

Regia di Aurelio Grimaldi vedi scheda film

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La recensione su Un mondo d'amore

di mm40
5 stelle

Il 1949 è un anno chiave per Pier Paolo Pasolini, cacciato dalla provincia friulana per aver molestato dei ragazzini e approdato con la madre a Roma, per ricominciare la vita tutta daccapo.

 

Aurelio Grimaldi, pur evidentemente apprezzando profondamente l'operato di Pier Paolo Pasolini, è sempre stato un estimatore molto combattuto dello scrittore e regista, tanto da dedicargli film controversi come questo o come Nerolio (1996). In Un mondo d'amore il regista siciliano - anche autore di soggetto e sceneggiatura della pellicola - si sofferma in particolare sull'anno 1949, spartiacque fra il PPP insegnante di scuola media con l'hobby della penna e il PPP romano in cerca di fortuna fra letteratura e Cinecittà. A prescindere dalla figura centrale dell'opera, comunque Un mondo d'amore è un film godibile, pregno di una chiara nostalgia per il periodo storico trattato (ricostruito con efficacia impressionante) e dal retrogusto dolceamaro esaltato dalle musiche retrò spesso utilizzate, in primis il pezzo La terza luna cantato da Neil Sedaka (che però è datato 1963, un po' fuori dalla cronologia del film). Il Pasolini interpretato in maniera convincente da Arturo Paglia è un giovane uomo dalle grandi ambizioni, sicuro di sè anche quando in sè non trova le risposte migliori (vedasi il confuso interrogatorio in apertura della storia), deciso perfino a calpestare il nome e la volontà paterni pur di non rinnegare i propri, faccenda non proprio scontata in quegli anni. Cosa davvero sia successo a Casarsa nel 1949 non si sa, poichè Pasolini venne allontanato frettolosamente dal Friuli pur di non dare troppo scandalo alla Pubblica istruzione e al PCI; il film lascia però chiaramente intendere che il giovane insegnante e aspirante poeta adescasse e abusasse di minori, cosa che il successivo processo (non citato in Un mondo d'amore) escluse. Cast di nomi semisconosciuti, eccettuato Emilio De Marchi, Guia Jelo e Loredana Cannata (più famigerata che famosa); tanto per dedicarsi a qualcosa di più leggero e spensierato, Grimaldi nella sua successiva regia tratterà il caso Moro (Moro: un'altra storia, 2004). 5,5/10.

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