Regia di Leigh Whannell vedi scheda film
CM al cinema (7)
Scritto e diretto da Leigh Wannell, sceneggiatore (saghe di Saw e Insidious) e regista (Upgrade, L'uomo invisibile) in attività da oltre 20 anni, Wolf Man racconta la storia di Blake Lovell: nel 1995, durante una battuta di caccia, il giovane Blake e suo padre Grady avvistano una strana creatura nelle remote montagne dell'Oregon; trent'anni dopo, Blake, ora adulto e padre di Ginger, riceve la notizia della morte del padre e le chiavi della sua vecchia casa. Decide di tornare in quella casa con la moglie Charlotte e la figlia per cercare di ricucire il rapporto con la sua famiglia, ma un incontro fatale con una creatura minacciosa lo costringerà a confrontarsi con il suo destino.
Wolf Man (2025): Christopher Abbott
Dal punto di vista tecnico, il film si distingue per una regia ispirata, capace di creare una crescente atmosfera di tensione. La messa in scena è curata nei dettagli, con ambientazioni cupe e spettrali che contribuiscono a creare la sensazione di pericolo. Gli effetti speciali, in particolare il trucco per la trasformazione in uomo-lupo, sono uno dei punti di forza del film. La realizzazione è incredibilmente realistica, trasmettendo la ferocia e la brutalità della creatura senza mai scadere nell'esagerazione.
Le performance degli attori sono solide, con interpretazioni che, sebbene influenzate dai limiti della trama, riescono a restituire l'emotività dei personaggi e i conflitti interiori.
Nonostante le sue qualità, il film presenta alcune debolezze nel suo sviluppo narrativo. L’inizio è promettente, con una buona introduzione alla relazione tra padre e figlia, ma nel secondo atto alcuni passaggi risultano forzati o poco esplorati, soprattutto quando si tratta di sviluppare psicologicamente i personaggi, in particolare quello della madre. La svolta narrativa, che dovrebbe sorprendere lo spettatore, non riesce mai a colpire nel profondo, indebolendo la tensione e facendo perdere parte dell'impatto emotivo.
Wolf Man (2025): Matilda Firth, Julia Garner
L'aspetto centrale del film è la rappresentazione dei legami familiari. L’intesa tra padre e figlia viene ben delineata, così come la distanza emotiva tra la madre e la figlia. Tuttavia, dopo un inizio convincente, la relazione tra padre e figlia perde spessore, man mano che la trama si sviluppa. La figura della madre, che avrebbe potuto evolversi in modo molto interessante, viene trattata in modo superficiale, e la sua crescita all'interno della storia non è mai davvero soddisfacente.
Bisogna riconoscere che la tempistica della distribuzione non aiuta: Wolfman ha la sfortuna di essere uscito in un periodo particolarmente ricco di ottimi horror, da Longlegs a Terrifier 3, passando per The Substance e il nuovo Nosferatu. Questi titoli, con le loro differenti caratteristiche e virtù, sono riusciti ad entrare istantaneamente nell'immaginario del pubblico, almeno di quello affezionato al genere. In un panorama orrorifico così ricco e competitivo, Wolfman fatica a emergere.
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