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Paradiso in vendita

Regia di Luca Barbareschi vedi scheda film

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La recensione su Paradiso in vendita

di alan smithee
4 stelle

Donatella Finocchiaro

Paradiso in vendita (2024): Donatella Finocchiaro

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 19: CONCORSO PROGRESSIVE CINEMA 

"Chi si compra l'isola, si compra anche i nostri ricordi...quelli belli e quelli brutti.." L'Italia in crisi decide di scendere alcuni suoi gioielli turistici. Perle quasi incontaminate come l'isoletta di Fenicusa (con evidente riferimento a Filicudi, perla delle Eolie).

Per concludere al meglio l'acquisto e favorire l'avvio di una proficua speculazione edilizia, i francesi inviano in loco un esperto negoziatore di origini italiane (Bruno Todeschini), già perfetto nel mettere a tacere sommosse di categorie popolari come recentemente avvenuto coi pescatori.

 

Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro

Paradiso in vendita (2024): Bruno Todeschini, Donatella Finocchiaro

Bruno Todeschini

Paradiso in vendita (2024): Bruno Todeschini

Ma, raggiunta l'isola, l'uomo dovrà affrontare una vera e propria resistenza "armata", se così si può definire, da parte delle poche decine di oriundi tenacemente avvinghiati al proprio "scoglio", e capitanati dalla tenace sindaca vedova (una magnifica e solare Donatella Finocchiaro).

Parafrasando uno sconcertante episodio ipotizzato dal governo greco nel 2015 per risolvere parte della bancarotta in cui versava la Grecia, Luca Barbareschi dirige una commediola piaciona tutta svolazzi di riprese e venite magnifiche, valorizzate da una fotografia degna di uno spot turistico.

E si affida ad una sceneggiatura facile per raccontare una favoletta garbata che vive di folklore facile e da primo impatto, utilizzando ogni cliché a cui si possa pensare, senza risparmiarne uno allo spettatore in balia di personaggi degni di una farsa.

 

Bruno Todeschini

Paradiso in vendita (2024): Bruno Todeschini

Che poi Barbareschi dirige anche professionalmente, in questo impeto cinematografico che ora lo occupa più di un tempo anche in qualità di produttore di lavori anche di livello, come le ultime fatiche di Polanski.

Qui siamo proprio in zona favetta facile, in un contesto diviso tra campanilismo italico e cattivoni francesi che risulta davvero caciarone e ridicolo.

L'unica cosa veramente positiva è la presenza di Donatella Finocchiaro, bellissima e sensuale anche se sprecata in queste commedie facilone e di facile abboccamento.

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