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Star Trek. La nemesi

Regia di Stuart Baird vedi scheda film

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La recensione su Star Trek. La nemesi

di Rosencrantz
6 stelle

I film di STAR TREK raramente sono "vere" pellicole cinematografiche, portando sul grande schermo gli stessi schemi narrativi della serie televisiva, con tutti i suoi pregi (pochi) e difetti (tanti). In particolar modo gli episodi con l'equipaggio della "nuova" Enterprise sembrano soffrire di questa patologia, riducendosi ad essere poco più di un episodio allungato.
Non che nella saga manchino le perle come L'IRA DI KHAN o PRIMO CONTATTO, ma si tratta comunque di film che, da un punto di vista strettamente cinematografico, hanno molte debolezze.
In questo senso, la produzione ha deciso di affidare questo decimo capitolo ad autori che non venissero dal franchise, ingaggiando lo sceneggiatore de IL GLADIATORE ed un regista specializzato in film d'azione, nel tentativo di dare una svecchiata alla saga. Tentativo decisamente fallito nell'obiettivo principale, ovvero il botteghino, dove gli incassi sono stati più che magri, forse a causa di una certa stanchezza da parte dei fans unita ad un risultato finale decisamente "ibrido".
Se rispetto ai film precedenti finalmente questo può godere di una regia degna di questo nome (non eccelsa, ma almeno non meramente illustrativa), la sceneggiatura gioca la carta dei dialoghi intrisi di epicità, figlia di Shakespeare e di molto cinema peplum (e la mano di Logan è qui fin troppo evidente), arrivando alla citazione spudorata di EXCALIBUR, senza però dare alla vicenda un'ossatura che vada al di là del tema della vendetta e del riscatto, che da solo a malapena può reggere e guidare le scelte dei personaggi.
Il confronto Picard/Shinzon offre alcuni ottimi momenti (merito anche dell'interprete della "nemesi"), ma è il motore stesso della storia a lasciare perplessi in più punti, con molte svolte irrisolte e mal sviluppate. La parte di Data è decisamente la più debole, come spesso accade con le storie imbastite per l'androide, e il destino che lo attende manca del tutto quel dramma che avrebbe meritato.
Un peccato, perché il film resta nel complesso più che godibile, ma è venuto a mancare il coraggio di staccarsi completamente da uno stile che ormai ha fatto il suo tempo, lasciandoci quella che è poco più di un'occasione perduta.

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