Regia di Peter Fleischmann vedi scheda film
Uno dei pochi titoli veramente preveggenti come "Virus: Ultimo rifugio conosciuto Antartide"(1980) di Kinji ukasaku, e "1975: Occhi bianchi sul pianeta terra"(The Omega Man)(1971)di Boris Sagal, non troppi altri, tornato di vistoso interesse e attualità ai tempi e dopo la farsemia del covid 1984, già all'epoca venne ritenuto evidentemente abbastanza scomodo e profetico di ciò che avrebbe potuto sempre accadere, più o meno nei modi e nelle modalità con cui è avvenuto nel 2020. Senza l'ausilio tecnologico di oggi però, che ha potuto rendere il controllo e la repressione di ogni dissenso, estremamente più pervasivi e preventivi.
Tant'è che questo titolo di Peter Fleischmann non arrivò mai in Italia, nonostante la presentazione in festival nostrani, e la distribuzione in praticamente tutta Europa, compresi alcuni dell'est, avrà dato fastidio già a qualcuno della baronìa farmaceutica e sanitaria dell'Imperatrice Nuda"?
Peccato che, nonostante come detto lo spunto della intera trama di una misteriosa epidemia dagli iniziali sintomi imperscrutabili dei contagiati, e morte addirittura improvvisa e istantanea per le strade, in quel di Amburgo quindi una città di porto dalle migliaia di entrate possibili come veicoli di propagazione del morbo, si perda non poco nel voler fare un film troppo "d'autore" all'europea. Quindi, molti e non troppo riusciti dialoghi dalle notazioni introspettive e sociologiche, divagazioni di classe su come i diversi censi sociali sono coinvolti, e debbano reagire o meno, al paradigmatico, repentino mutare delle libertà di movimento, espressione, contestazione e lotta di alcuni individui non piegati, a queste arbitrarie regole e obblighi che comprimono i diritti individuali ecc. come adesso ben sappiamo.
Quando, se solo gli autori avessero dato maggior spazio al viaggio dei protagonisti che cercano di sfuggire ai vari cordoni di sicurezza sanitaria in forma di conflitto e azione , la pellicola tedesca ne avrebbe certamente giocato in dinamismo e incisività. Così, pagando invece tributa pegno a certa staticità e verbosità ma qui non molto riuscita, che è comunque anche parte stilistico/espressiva, del Nuovo Cinema Tedesco.
Abbastanza riuscita la festa dei ricchi in villa dedicandosi ai prevedibili baccanali da "fine del mondo", a base di libagioni di cibo e alcool, immancabile sesso e belle ragazze e donne nude, ma apprezzabilmente senza mostrare praticamente nulla e con notevole senso della misura, e del non cedere alle convenzioni di quasi tutto il cinema in questo tipo di situazioni.
Ricorda non poco una analoga-e non a caso- sequenza con la Adjani erratica e sconvolta nella città ormai decimata dalla peste portata dai ratti, verso il finale di "Nosferatu- Il Principe della Notte", di Werner Herzog.
Ottimo come sempre Helmut Griem, medico scienziato protagonista, che forse esce di scena troppo presto.
Bella colonna sonora di elettronica analogica alla "Berlin School", appropriata per il tema e il contesto "para-fantascientifico" all'epoca, con "Oxygene" e "Equinox" di Jean-Michel Jarre. Ma essendo tedesco, potevano forse meglio prendere da Klaus Schulze, Edgar Froese, Tangerine Dream.
Il centro congressi moderno amburghese, è il medesimo scenario di ambientazione della sequenza di rapina al supermercato in camera a mano, utilizzato in "Razza padrona"(Supermarkt)(1974), di Roland Klick.
John_Nada1975
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