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Marcello mio

Regia di Christophe Honoré vedi scheda film

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La recensione su Marcello mio

di mm40
5 stelle

Chiara Mastroianni è alle prese con l'ennesimo regista, nell'ennesimo film, che le chiede di essere più simile a sua madre Catherine Deneuve o a suo padre Marcello Mastroianni; sconfortata, incredula, disperata cede alla nevrosi in sogno, dove si guarda allo specchio e vede Marcello. Tanto rimane sconvolta da chiedersi: cosa succederebbe se domani lei uscisse di casa truccata e vestita esattamente come suo padre in 8 ½? La risposta la incuriosisce al punto da provarci veramente.


La somiglianza tra Chiara Mastroianni e il celebre padre è fin troppo evidente e nota; ma cosa succederebbe se l'attrice decidesse da un giorno all'altro non solo di vestirsi e truccarsi come lui, ma addirittura di farsi chiamare Marcello? Buffo, questo film di Christophe Honoré, regista e sceneggiatore di un'opera che è scopertamente un omaggio a Mastroianni – e in particolare a quello iconico dell'8 ½ felliniano (1963) – ma è più in generale un atto d'amore verso il mestiere dell'attore e verso quella spettacolare, tragicomica messa in scena della vita reale che è il cinema. Si prestano a tale metarappresentazione Chiara Mastroianni, Catherine Deneuve, Fabrice Luchini, Nicole Garcia, Melvil Poupaud e Stefania Sandrelli (in un cameo) nei panni di sé stessi, per raccontare lo spaesamento e la perdita d'identità che sono tipici effetti collaterali dell'unica professione al mondo che permette di essere contemporaneamente tutte le professioni al mondo, che permette di vivere tutte le vite possibili in una sola. Da apprezzare l'uscita della pellicola nel 2024 in cui cade il centenario dalla nascita di Marcello Mastroianni, che viene qui dipinto nelle sue tinte più intime, meno conosciute dal grande pubblico, in un ritratto umano e sensibile che a tutti gli effetti solo chi lo ha vissuto a fondo e da vicino come la figlia Chiara e la compagna, madre di Chiara, può tratteggiare. Qualche perplessità sulla durata allungata fino a due ore tonde: la prima mezzora è decisamente intensa e narrata in modo ben scorrevole, ma in seguito la trama si impantana un po'. 5,5/10.

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