Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Una donna che rimane "tutta sola", alle prese con la Grande America delle mille possibilità, ma anche dell'arte di arrangiarsi, quando la fortuna volge le spalle lasciandoci abbandonati a cercare di sopravvivere, forti delle sole proprie capacità e di un eventuale spirito di adattamento. Un road movie ironico, ma anche drammatico, dal gran cast.
Al suo quarto lungometraggio, Martin Scorsese affronta la famiglia e le sue reazioni quando un evento drammatico costringe a interrompere i ritmi e i modi di vita abituali, e spinge chi rimane a mettersi alla ricerca di nuovi ritmi di vita e di nuove modalità per sbarcare il lunario.
Alice Hyatt è una vivace e vitale casalinga, sposata con un camionista taciturno ed un pò musone. Lei invece è tutta uno sprint e frequenta amiche casalinghe vantandosi di essere una donna indipendente e non succube del consorte. Ma quando costui muore a causa di un incidente, ecco che Alice, senza più un soldo dopo i funerali, è costretta a mettere in vendita tutto l'arredo della casa per cercarsi il sostentamento per poter tornare da New Messico a Monterey, in California, dove prima di sposarsi faceva la cantante nei locali. Il figlio undicenne ovviamente la segue, un pò sconsolato e diffidente al cambiamento.
La prima tappa di un lungo viaggio è Phoenix, ove la donna riesce a trovare un piccolo ingaggio presso un locale, riuscendo in qualche modo a mantenersi. Ivi conosce Ben (Harvey Keytel), ragazzo più giovane di lei che la inganna tacendole il fatto di essere già sposato, e si dimostra pure violento e manesco.
Di nuovo in fuga, madre e figlio faranno sosta a Tucson, dove stavolta Alice non riesce a trovare un posto come cantante, ma si accontenta di fare la cameriera in un fast food. Conosce un paio d'amiche (tra queste la collega cameriera umana e di cuore, interpretata dalla sempre eccezionale Diane Ladd), e cerca di guardare avanti con serenità, soprattutto dopo che un affascinante cowbow di nome David (Kris kristofferson) inizia a farle la corte. Costui appare come una persona accorta e mansueta, almeno fino al giorno in cui l'uomo reagisce con durezza ai capricci del figlio di Alice, arrivando persino a percuoterlo.
I due si lasciano, ma ben presto, grazie alle scuse convincenti dell'uomo, Alice capisce che quello è il suo uomo e quella la vita a cui è destinata.
In fondo Alice ostenta già ad inizio film con una certa fierezza verso le sue amiche una innata indipendenza dagli uomini, ma a tutti gli effetti ne risulta, in caso di bisoggno, completamente dipendente, bisognosa di quell'appoggio che solo una famiglia riesce a dare quando i problemi reali angosciano e rendono insonni le nottate.
Ellen Burstyn impersona una Alice straordinaria, forte in apparenza, ma anche fragile e insicura con il mondo esterno, ed anche con chi le vuole bene. Per lei l'Oscar alla migliore interpretazione femminile, assegnatole nel 1975, è un premio doveroso, pertinente e meritato.
Scorsese gira un road movie concitato e non senza sprazzi riusciti di ironia, specchio di un'America che promette successi in cambio di sacrifici ed indipendenza, ma che talvolta lascia abbandonati a se stessi, quando il destino si accanisce contro chi non ha risorse né possibilità di assicurarsi assai facilmente quella tanto esasperata indipendenza che diviene un baluardo sin troppo strombazzato e superficiale a favore di quel sogno americano che troppe volte è solo un lontano e vago miraggio.
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