Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Lontano in tutto e per tutto (non fosse che per qualche eco nel cast) dai capolavori di Martin Scorsese, ma questo è comunque un film a suo modo sorprendente ed in grado di scorrere in maniera esemplare e con rara spontaneità nel raccontare una storia di vita non facile.
Alice (Ellen Burstyn), appena rimasta vedova (e senza dollari), parte con la sua station wagon ed il figlio Tommy alla ricerca di fortuna come cantante lungo le strade d’America con l’obiettivo di tornare nella sua città natale, ovvero Monterey.
Lungo la strada riesce a farsi assumere in un locale come cantante, ma conosce un giovane arricchito (il manesco Harvey Keytel) ed è costretta a fuggire in fretta e furia per non finire male.
Alla tappa successiva non trova di meglio che fare la cameriera e qui conosce un uomo (Kris Kristofferson), col quale è tentata di ripartire in un nuovo legame.
Ma le cose nella vita non sono quasi mai così semplici, ma oltre la tempesta spesso si può vedere il sereno.
Martin Scorsese definisce un ritratto suggestivo di una donna dimenticata dal sogno americano che viaggia “on the road”, prendendo con filosofia quanto la vita, nel bene e nel male, le offra.
Il racconto funziona molto bene, scorre in maniera naturale, parla di vita con rara disinvoltura alternando tratti da commedia, la parte dominante, a toni più duri che possono comparire all’improvviso.
E su tutto domina la figura di Alice, un Ellen Burstyn notevolissima, ma anche un alternativo, soprattutto per quegli anni ma non solo, rapporto madre figlio che regala momenti giocosi, ma anche attriti, comunque velocemente diramati dall’essenza del ruolo di madre.
Insomma Scorsese riesce a far rivevere su schermo una storia normale di vita quotidiana, senza che ci siano eccessi di sentimentalismo, e con un tocco felicemente riuscito per cui il film si beve tutto d’un fiato rimanendone infine appagati.
Forse non c’è il classico finale risolutivo (anzi non c’è), ma in fondo si parla di una vita e come tale è destinata a continuare ad evolversi fino alla fine della stessa.
Dunque lo considero un bel lavoro indipendente, forse un po’ datato, ma di narrazioni così fluide se ne vedono sempre poche in giro.
Consigliato soprattutto a chi vuole conoscere uno Scorsese diverso, libero ed indipendente, americano, ma soprattutto uomo ed in grado di rappresentare con cura un ritratto di donna moderna.
Molto bravo nel tratteggiare i personaggi e nel gestire un racconto di vita.
In più anche tecnicamente non esagera con la telecamera fissa, anzi spesso osserva la scena con movimenti leggeri, ma importanti.
Ottima prova, offre tante sfumature, ma soprattutto riesce ad essere vera.
Buona intepretazione, sempre sicuro ed attento.
Disinvolto e robusto.
Regala un accenno di rabbia che sarà più volte protagonista del Keytel (ed anche dello Scorsese) dei tempi a venire.
Bravo.
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