Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Ci sono mille ragioni per fuggire, ma una sola per tornare: è il cuore che ci indica la direzione, mentre ci allontaniamo via via dai luoghi in cui abbiamo qualcosa da dimenticare. Si sbaglia, se ci si mette in viaggio per cercare il nuovo, quando invece l’obiettivo giusto è ritrovare quella parte di noi che si è smarrita. Non c’è nulla di più distante dalla felicità che i surrogati della stessa; occorre diffidare delle occasioni che ci vengono incontro a braccia aperte, offrendosi gratuitamente. Ciò che è stato duramente conquistato e dolorosamente perduto non può essere facilmente rimpiazzato, anche perché il mondo non è stato costruito in funzione dei nostri desideri. Non esistono scorciatoie, e ricominciare daccapo significa davvero ripercorrere tutto il cammino. Neanche ad Alice, giovane vedova con un figlio a carico, il destino concede alcuno sconto: gli apparenti colpi di fortuna incontrati a metà strada sono solo fastidiosi contrattempi, che la distolgono dalle cose vere, ossia da quelle certezze che appartengono realmente alla sua vita, e sono tutto ciò che le rimane: la sua passione per il canto, il suo amore di madre, l’attaccamento alla terra della sua infanzia. Quando una tragedia spezza i lacci della consuetudine, spazzando via improvvisamente ciò che si dava per scontato, il compito precipuo è guardare dentro sé, per individuare gli spunti interiori da cui ripartire: è questa l’iniziale intenzione di Alice, ed è questo il traguardo verso cui, dopo varie accidentali deviazioni, deciderà infine di dirigersi. Fare leva su ciò che si è, su ciò che si è imparato, su ciò che si conosce o si possiede è l’unico modo per crearsi una solida base di partenza, ed intraprendere un viaggio che sia davvero la continuazione di quello già iniziato, e che porti avanti, in maniera fruttuosa e coerente, il nostro faticoso processo di crescita.
In Alice non abita più qui, Martin Scorsese, come in molti suoi film successivi, dedica uno sguardo analitico ma indulgente alla movimentata anti-epopea dell’uomo, che attraversa la vita a cavallo dei propri errori, contro il vento sfavorevole della cattiva sorte.
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