Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
L'introduzione che dissacra Il mago di Oz già è sufficiente ad accalappiare l'attenzione. Ventisette anni dopo ritroviamo Alice ormai adulta, che non pensa più di essere più brava di Peggy Lee ed è prigioniera di un marito cavernicolo (anche se è lei stessa ad ammettere che sia stata una propria scelta:"Io gli dissi <Sì padrone!>, in fondo ero contenta. Era un po' la mia idea dell'uomo forte e dominatore."). Ma nel momento in cui un evento traumatico la fa tornare libera inizia a girovagare per gli USA con la speranza di ritrovare il posto in cui era stata più felice, facendo finta che non sia passato un giorno dai tempi d'oro. Un film semplicemente delizioso, che racconta una storia piccola piccola con una grande capacità di renderla appassionante, pieno di tanti personaggi che, pur comparendo poco, risultano perfettamente delineati (il rampante psicopatico Keitel, il sempre rassicurante Kris Kristofferson, il bambino rompiscatole col quale però è impossibile non empatizzare, la già "indipendente" Jodie Foster, le cameriere della tavola calda), una scelta musicale azzeccata ed una protagonista perfetta per scrittura ed interpretazione. E poi ha una notevole onestà intellettuale: è del tutto scevro dal voler proporre ritratti idealizzati e resta coi piedi per terra grazie ad un finale in cui forse le aspirazioni dovranno restare tali (il viaggio a Monterey è rimandato a data da stabilire...) ma non per questo sarà impossibile trovare un angolo di felicità.
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