Regia di Aldo Baglio, Giovanni Storti, Giacomo Poretti, Massimo Venier vedi scheda film
John e Jack sono due gangster da strapazzo che sfruttano il raro handicap di Al per i propri tornaconti personali: lo costringeranno ad una serie di piccoli crimini, sempre in salsa grottesca e citazionista, fino a farlo arrivare faccia a faccia (o quasi) col boss Sam Genovese (un redivivo Aldo Maccione). Il finale scontato ed alcune trovate ritrite sono colpi duri per l’economia del film, anche se occorre dire che la presa che Aldo, Giovanni e Giacomo hanno sul pubblico, unitamente alla sempre fondamentale spalla prestata dall’esperto Massimo Venier fanno di questo film una pellicola che alla fine se la cavicchia.
Il film è più arzigogolato e, apparentemente, più maturo dei precedenti (per costruzione temporale e trovate registiche), anche se l’insistenza nell’ergersi ad autori da parte del trio comico sembra quasi sottrarre qualcosa alla vis comica insita nella loro stessa natura. È difatti difficile far conciliare la volontà di fare un film “maturo” e compatto con la spensieratezza e la leggerezza dei suoi contenuti. Laurel e Hardy, Lewis e Martin, ma anche semplicemente Franchi ed Ingrassia hanno saputo serializzare le risate reinventando su un medesimo cliché trame disparate; Baglio, Storti e Poretti invece insistono col fare film dalla forma impegnata e dal contenuto sobrio. Speriamo per loro che non cadano nel baratro dell’incomprensione, rimanendo a mezza via tra masse di famiglie che vogliono ridere e cultori del cinema ben fatto, finendo per non accontentare né gli uni, né gli altri.
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