Regia di Darren Aronofsky vedi scheda film
Discesa agli inferi di tre giovani tossicodipendenti e della madre di uno di loro ossessionata dalla televisione. Ancorati a sogni impossibili che non compensano il vuoto interiore e il peso della solitudine, precipiteranno in un abisso da cui non si può uscire. Nella sostanza niente di nuovo sotto il sole,invece nella forma specialmente nella prima parte, il film esprime le cose migliori. Un montaggio frenetico, spezzettato, immagini con potenziale ad alto effetto, insomma come parlare in modo efficace, anche se non nuovissimo, di problemi sociali attuali, lasciando lo spazio di elaborazione allo spettatore che si sente supportato dall'immagine quasi astratta per arrivare ai suoi personali giudizi. Nella seconda parte, quando la storia si avvia verso il suo destino Arofosky vira decisamente sul realistico, il racconto si fa crudo, troppo. Quando entrano in scena la violenza più feroce, il sesso estremo, il degrado sanguinante di carni ferite, il regista li sbatte in faccia allo spettatore senza mediazione dando l'impressione di aver fatto prima solo un'operazione estetica e dopo, per soddisfare i più comuni clichè del cinema di richiamo per annoiati e bisognosi di una scossa, una azione di prolungato autocompiacimento sfidando lo spettatore a girare la testa da un'altra parte. Irritante, ma non credo fosse questo lo scopo del film.
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