Regia di Chris Columbus vedi scheda film
La seconda trasposizione dei libri di J. K. Rowling, sempre ad opera di Steve Kloves, è ineluttabilmente più debole della prima: difettando dell'effetto "novità" di cui era portatore il capostipite della saga, questo “Harry Potter e la camera dei segreti” ripropone con qualche variazione i nodi narrativi salienti di “Harry Potter e la pietra filosofale” (l'antipatia iniziale tra Potter e gli zii, le lezioni con improbabili docenti di fantomatiche materie magiche, il Quidditch, il crescendo avventuroso nella seconda parte) senza purtroppo aggiungere o togliere (quasi) nulla che narratologicamente non sia già emerso nel primo capitolo. La stoffa del regista Chris Columbus è ancora pienamente osservabile, il ritmo non ha inceppi, gli effetti digitali sono usati con metodo (ottima la resa della fenice, dell'elfo domestico e del tomo maledetto sanguinante), però la lunghezza è spropositata. Tra le new entry, Kenneth Branagh è poco accattivante, mentre convince Jason Isaacs nel ruolo di papà Malfoy. Bene i tre primi attori (Daniel Radcliffe, Emma Watson e Rupert Grint) e il gradasso Tom Felton.
Le musiche orchestrate da John Williams sono pedisseque a quelle del primo episodio.
Film DISCRETO (6) — Bollino VERDE
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