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La morte ha sorriso all'assassino

Regia di Joe D'Amato (Aristide Massaccesi) vedi scheda film

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La recensione su La morte ha sorriso all'assassino

di alan smithee
5 stelle
ITALIAN TRASH HORROR MADE IN '70
Ad inizi '900 una carrozza in corsa si ribalta nei pressi di una dimora nobiliare. Il cocchiere muore sul colpo, mentre la bella bionda occupante, Greta (Ewa Aulin), svenuta, viene soccorsa dai coniugi padroni della villa, Walter e Eva von Ravensbruck, e sottoposta alle cure del dottor Sturges (Klaus Kinski), che nota una somiglianza straordinaria della donna con una antenata della casata presso cui il medico lavora, occupandosi di esperimenti misteriosi inerenti la mortalità della specie umana. Pesto sia il medico, sia il suo aoitante, faranno una bruttissima fine.
Intanto la conturbante Greta finisce per ammaliare entrambi i coniugi, che finiscono entrambi nel letto della loro ospite.
Ma Eva, gelosa per la tentazione che la sua amica rappresenta per il marito, decide di fare un agguato alla donna e murarla viva in una cripta del castello. In realtà Greta ricomparirà e sarà l'origine di un incubo senza fine, ove carnefice e vittima si scambieranno completamente di ruolo, svelando altresì i retroscena di un macabro segreto di famiglia influenzato dalla maledizione di un amuleto di provenienza Inca, in grado di far tornare in vita persone decedute, ed utilizzato dal fratello di Greta dopo la sua prematura morte per parto.
Un po' convulso nel dispiegamento degli avvenimenti e dei misteri, se non proprio confuso nel farli susseguire senza una accurata dinamica che si prenda cura di dare adeguati spazi ai vari personaggi coinvolti (Kinski appare e scompare senza un vero perché), il film, che è anche il primo horror di Joe D'Amato, e l'unico con cui l'estroso e versatile autore cinematografico si firma col suo vero nome, si giova tuttavia di una piuttosto accurata realizzazione, in grado di distanziare il film da molta superficiale produzione di cui si renderà protagonista il prolifico autore, spaziando dall'horror più truculento, al softcore, sino all'hard senza mezzi termini. 
La Aulin è perfetta nel suo ruolo di angelo del male senza una vera colpa, mentre, nel ruolo dei due coniugi protagonisti (tali Angela Bo e Sergio Doria), sarebbe stato più adeguato scegliere due personalità più evocative e di più spiccata personalità.
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