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Austin Powers in Goldmember

Regia di Jay Roach vedi scheda film

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La recensione su Austin Powers in Goldmember

di silviodifede
8 stelle

Addirittura con Beyonce come spalla, Austin Powers continua a divertire. Dopo una partenza un po' lenta, il film si accende e diverte.

Il terzo (e a questo punto possibilmente ultimo, anche se qualche voce di tanto in tanto esce su un possibile ulteriore sequel) film della saga di Austin Powers ha il difetto di una partenza più stentata rispetto ai primi due film. Dopo l'azzeccato prologo con una marea di guest star, infatti, si fa un po' più di fatica del solito a trovare ritmo, soprattutto per l'introduzione del personaggio di Goldmember, che non regala moltissimo a livello puramente comico. Così nella prima parte tutte le migliori sequenze le regala il Dottor Male, in particolare nella parodia (solita per il genere) dell'interrogatorio de Il Silenzio Degli Innocenti e nel videoclip parodia di Hard Knock Life.

 

Quest'ultimo è anche un riferimento al compagno della vita della nuova spalla di Austin Powers, visto che per questo terzo film viene chiamata addirittura Beyonce, di una bellezza conturbante e tutto sommato a suo agio nel ruolo.

 

Dopo mezz'ora il film entra nell'azione demenziale pura e iniziano a esserci una sequenza di scene devastanti e si ride con una ottima continuità, tanto che il film finisce per ottenere un voto alto nonostante la partenza non convincente.

 

In particolare piace il salto della quaglia di Mini-Me, che proprio con Austin riesce a divertire. Da notare anche un calo di allusioni sessuali rispetto ai due capitoli precedenti, scelta forse un po' "commerciale" per appetire un pubblico più ampio.

 

Altro buon capitolo per una saga che forse aveva ancora qualche cartuccia da sparare.

Invece, incredibilmente inizia proprio qui l'allontanarsi dagli schermi di Mike Myers. Solo sei anni dopo ci riproverà con un film molto nel suo stile come The Love Guru, un flop completo (per quanto il film non fosse poi così da buttare, anzi) da cui Myers non s'è più ripreso (a parte qualche piccolo ruolo, come quello dell'agente che si fa sfuggire i Queen in Bohemian Rhapsody, comunque nulla di realmente comico). A volte le cose vanno in modo misterioso, negli States come in Italia, attori che non hanno nulla da dire da sempre continuano a lavorare e altri meritevoli finiscono per trovarsi le porte sbarrate. Peccato, perché per chi ama una certa comicità demenziale, Austin Powers è un must.

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