Regia di Jay Roach vedi scheda film
Terza avventura “bondiana” dell’agente Austin Powers, sballottato avanti e indietro nel tempo per cercare di bloccare i progetti distruttivi del dottor Male. Questa volta deve ritornare nel pieno degli anni ‘70 per impedire che il dottore unisca le proprie forze a quelle dell’altrettanto malvagio Goldmember e per sventare il rapimento del proprio padre, Nigel Powers, un Michael Caine in stato di grazia che rifà Harry Palmer con grinta da 007. Dopo titoli di testa esilaranti e fitti di comparsate eccellenti (Cruise, Paltrow, Spielberg, Spacey, De Vito, Quincey Jones, citatissimo comunque in colonna sonora), piombiamo nel consueto pastiche musical-psichedelico-scatologico, dove si affastellano ragazze, canzoni, citazioni, Godzilla e Hannibal Lecter, Darth Vader e Foxy Brown. Mike Myers questa volta si fa addirittura in quattro, e aggiunge lo svitato, baluginante Goldmember ai tre personaggi abituali, Austin, Male e Ciccio Bastardo. Tutto già noto, certo, ma la saga ha ritmo, umorismo da vendere e nessuna vergogna. Non si capisce perché in Italia non abbia successo; ma non dimentichiamo che neppure i Monty Python, all’epoca, fecero una lira.
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