Regia di Béla Tarr vedi scheda film
Mi sono avvicinato a questo film con timore: avevo tentato anni fa di guardare il monumentale 'Satantango' ma, dopo una decina di minuti di un piano-sequenza iniziale, avevo deciso di accantonarlo definitivamente, impossibile resistere per 7h e 15 minuti! Questa opera di Bela Tarr invece, mi ha subito conquistato, grazie ad una sequenza di apertura molto suggestiva, in cui il protagonista racconta un'eclisse di sole e le sue conseguenze sugli stati d'animo di persone e animali. La pellicola, ambientata in un periodo imprecisato in un paese della pianura ungherese dove l'arrivo di un 'circo' con una balena imbalsamata sconvolge le vite di tutti gli abitanti - anche se alcuni elementi potrebbero far pensare al periodo dell'invasione dei carri armati sovietici - è immersa in uno splendido bianco e nero e solcata da lunghissimi piani-sequenza in cui la macchina da presa, a volte in maniera tanto lenta da sembrare quasi impercettibile, è sempre in movimento. L'atmosfera è cupa, da apocalisse prossima ventura, ed il finale lascia ben poche speranze. Un'altra scena che mi ha molto colpito è quella in cui gli abitanti del villaggio entrano nell'ospedale-sanatorio e iniziano a colpire gli inermi degenti senza alcun motivo, lasciando, al termine del loro passaggio, un ambiente totalmente devastato. Mentre nelle atmosfere questo tipo di cinema mi ricorda quello di Tarkovskij, nella composizione delle inquadrature e nel modo di seguire l'attore in scena ricorda Kubrick. Un gioiello assolutamente da vedere in originale con sottotitoli. Voto: 9.
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