Regia di Dario Migliardi vedi scheda film
Chi scrive è un minimo omonimo, dunque è imbarazzato: perché alla prima assoluta di un “Aldo” nel titolo non corrisponde un film all’altezza della speciale occasione. Dario Migliardi, reduce dal trionfo festivaliero con il corto “La lettera”, è partito da uno spunto non banale - il 1978, l’anno dei tre Papi, di un socialista come Presidente e del rapimento e dell’uccisione dell’onorevole Aldo Moro (altra omonimia non ben dispiegata) -, che sceglie come sfondo di una storia a tre incentrata sul protagonista del titolo, timido come lo sviluppo dell’operina fin troppo “morale”, che regala spesso l’impressione di volere volare e che invece rimane a terra, con le ruote sgonfie. De Luigi al cinema non si impone come in Tv, Bottini è acerbo e Battiston si rifugia nel mestiere. Peccato, sarà per la prossima svolta.
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