Regia di Dario Migliardi vedi scheda film
In tv il caro Enzo Tortora allietava le serata degli italiani con il suo mitico programma “Portobello”. Al cinema si proiettavano film come "Ecce Bombo", "I Duellanti" e "La febbre del sabato sera". Erano gli anni del rapimento Moro, del primo Presidente della Repubblica socialista (Pertini) e della morte di Papa Lucani. Precisamente siamo nella Torino del 1978: è in questa città che, da un piccolo paese in provincia di Bari, si trasferiscono Aldo Chimenti (un “medioman” all'ennesima potenza) e la moglie poliziotta Marisa. Una nuova vita per una coppia “qualunque” alle prese con le radicali novità che li spingeranno verso lidi sconosciuti. Marisa, donna in carriera, ispirandosi al suo idolo cinematografico Mark (poliziotto che “prima ti arresta e poi ti chiede scusa”) cerca di ottenere una promozione sulla pelle del proprio marito. Aldo, invece, (cattolico integerrimo e di un rigore morale assoluto) si lascia trascinare in un losco giro di scommesse dai suoi due nuovi amici Biagio e lo stralunato Caimano. Le loro avventure sono raccontate dal regista esordiente Dario Migliardi (premiatissimo per il suo cortometraggio "La Lettera") con quell’entusiasmo e impronta da commedia leggera che, tenuta su livelli e ritmi più “scoppiettanti”, avrebbe fatto di “Un Aldo qualunque” un più degno rappresentante del nuovo cinema italiano. Storia sincera d’amicizia e sentimenti, il film trova nei suoi interpreti Fabio De Luigi/Aldo, Michele Bottini/Biagio, Giuseppe Battiston/Caimano, Silvana Fallisi/Marisa e Neri Marcorè/Mark i volti più idonei sui quali far scorrere e scivolare gli accadimenti (tragici e non) di un anno… questo si non “qualunque”... della nostra storia italiana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta