Regia di Florent-Emilio Siri vedi scheda film
Rumoroso, rutilante e ripetitivo filmone europeo, noioso fino all'esasperazione, incapace di rinnovare un soggetto abusatissimo (un gruppo improvvisato di uomini chiuso in un capannone e costretto ad allearsi contro una minaccia invisibile). Dopo un incipit interessante, teso e vibrante, capace di sviluppare con stile asciutto e vigoroso due vicende in apparenza autonome (un blindato che deve scortare fino a Strasburgo, dove sarà giudicato dal Tribunale dei Diritti Umani, un sanguinario boss della mafia albanese, accusato di avere stuprato migliaia di donne e un gruppo di ragazzi che stanno organizzando un'audace rapina) il film, una volta che tutti i protagonisti si sono ritrovati nel deposito, si sviluppa in modo piuttosto anonimo, prevedibile e grossolano finendo con l'essere un'inutile, gratuita e assordante successione di sparatorie ed esplosioni, tanto che lo spettatore in tutta quella gran baraonda che si crea, confuso e disorientato quasi non riesce più a capire chi sia ancora vivo e chi invece è già morto. Inutile scomodare le brigate della morte di Carpenter o, peggio ancora, gli zombi di Romero: ci sono già troppi films americani del genere per accettarne anche di europei assolutamente identici!!! Nella memoria resta così solo un'improvvisata e riuscita fischiettata in macchina della celeberrima musica che Bernstein aveva scritto per "Il ponte sul fiume Kway". Voto: 4
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