Regia di Petter Næss vedi scheda film
Apologo sulla normalità: un apologo che più normale difficilmente potrebbe essere. Tutto va come deve andare, i due protagonisti sono simpatici buffoncelli e si inseriscono continuamente in situazioni ridicole, curiose, che li aiutano a rendersi socialmente più 'normali' (accettati o accettabili); nel cinema questo succede spesso - e annoia parecchio, a dire il vero -, mentre nella realtà, quel posto dove accadono cose vere, due malati di mente appena dimessi dall'ospedale psichiatrico incontrano esperienze difficili, traumatizzanti, pericolose e solitamente finiscono per arrancare lungo uno sconfinato e faticosissimo percorso di 'riabilitazione sociale'. Elling è insomma un film falsissimo, che prescinde dalla realtà come una fiaba, ma che al contrario di essa una morale non ha: difficile immaginare che ci sia un insegnamento accettabile dietro questa vicenda così solare (un film illuminatissimo, fotografia di Svein Krovel, a sottolineare il tono speranzoso e insulsamente ottimista della storia) e inverosimilmente graziosa. Sceneggiatura di Axel Hellstenius, da un romanzo di Ingvar Ambjornsen; simpatici (e diversamente non potevano essere) i due protagonisti, Per Christian Ellefsen e Sven Nordin. 4,5/10.
I quarantenni Elling e Kjel, dopo due anni di ospedale psichiatrico, ricevono dall'assistenza sociale un appartamento in cui vivere. Il reintegro nella società non sarà affatto facile, perchè il primo è sempre vissuto accudito dalla madre (che ora è morta) e il secondo è vergine e colmo di complessi sessuali.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta