Regia di Valerio Mastandrea vedi scheda film
VENEZIA 81 - ORIZZONTI
Succede che strani tipi guardinghi ma inosservati da ogni altra persona, si aggirano indisturbati tra il cortile ed i corridoi di un grande ospedale.
Poco per volta è inevitabile scoprire di chi, o meglio di quale entità si tratta.
Qualcosa che ha a che fare con l'anima o i fantasmi, in una giornata festivaliera veneziana aperta coerentemente con gli spiritelli di Tim Burton.
Vista da fuori del proprio corpo, la vita sembra uno scherzo beffardo del destino e si comprendono cose che la visione quotidiana forse non lasciava percepire. Ma la vita da anime richiede attenzione ai colpi d'aria, e l'arrivo di una nuova paziente in coma fa apparire una nuova anima in pena femminile che dapprima si scontra con il nostro infelice eroe per caso (è finito così perché un bambino gli è caduto addosso dall'alto, evitando la morte ma mandandolo in coma), poi impara a volergli bene.
Dopo l'esordio in regia con il riuscito Ride (2018), il secondo film da regista di Valerio Mastandrea parte come una sorta di Mortacci di Citti, più introspettivo e sofferto, e si trasforma poco per volta in una storia d'amore e sentimento contrastato da circostanze particolari se non quasi ultraterrene, che inducono il protagonista a cercare di lasciar traccia del sentimento che, a fatica, è riuscito a coltivare nei confronti della nuova arrivata. C'è impegno e sentimento in questo nuovo lavoro di Mastandrea, che zoppica qua e là in sede di narrazione, nonostante il valore di fondo innegabile di una storia di sentimenti profonda e orchestrata con impegno.
Insolita ed azzeccata la scelta della partner argentina del protagonista Mastandrea, ovvero Dolores Fonzi, mentre di valido contorno si rivelano gli ottimi Lino Musella e Barbara Ronchi, coppia divisa dalla disgrazia, oltre alla sempre nevrotica Laura Morante, che riesce ad avere i nervi a fior di pelle anche sotto forma di essere impalpabile ed invisibile all'occhio umano.
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