Regia di Anton Gino Domeneghini vedi scheda film
Classico che dimostra che gli italiani, se vogliono, possono fare tutto e meglio degli altri.
Il panorama mainstream dell'animazione oggi è diviso fra le grandi produzioni americane (i film più conosciuti e amati, quelli che arrivano maggiormente alle masse) e le produzioni più di nicchia dello studio Ghibli, assai apprezzate dal pubblico più esigente e dalla critica. Tertium non datur. Noi italiani non eccelliamo per spirito sciovinistico, e di conseguenza le nostre produzioni nel settore rimangono nell'oblio, sebbene una tradizione nel campo dell'animazione nostrana ci sia, non particolarmente florida ma artisticamente rilevante. A cominciare da La rosa di Bagdad, primo film a disegni animati in Technicolor in Italia ed uno fra i primi in Europa. L'ispirazione alla Biancaneve disneyana è chiara. Abbiamo il lato magico, ovviamente, che in certi suoi momenti assume sembianze gotiche ed esoteriche, orrifiche; non manca l'inevitabile registro comico, coi mitici tre sapienti, goffi, canterini, irresoluti ma di una simpatia trascinante; e c'è anche il côté più amoroso/sdolcinato, perché in un buon film d'animazione che si rispetti l'happy end è un postulato irremovibile. Ma Domeneghini osa, e si allontana dalla comfort zone disneyana: la sua storia non è ambientata in un reame di sogno, ma in un Oriente ben definito, con le sue tradizioni, i suoi costumi, persino la sua religione. La sua Bagdad è esotica, ma non è pittoresca. Non era banale in un'epoca ancora profondamente segnata dalla propaganda popolare. Poi certo, non mancano leggerezze come l'associazione bianco-buono nero-cattivo o come il doppiaggio à la Mamy di Via col vento della nera chiattona: ma sono portato a considerare tali perdonabili indulgenze come segni particolari del tempo, non certo come contenitori di negativi messaggi di odio razziale. Anzi, in un'epoca come la nostra corrente dove l'attenzione al politically correct è soffocante e spesso inopportuna, sono benvenuti questi antichi esempi di ingenua scorrettezza (?) sociale. La rosa di Bagdad è senz'altro un classico da riscoprire, e di cui fare il punto di partenza di un percorso attraverso il piccolo, ma significativo mondo dell'animazione italiana. West and Soda, Allegro non troppo, Vip-mio fratello Superuomo, I Fratelli Dinamite, sono titoli che non possono proprio mancare nella cineteca di nessuno.
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