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Europa Centrale

Regia di Gianluca Minucci vedi scheda film

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La recensione su Europa Centrale

di alan smithee
5 stelle

locandina

Europa Centrale (2024): locandina

42TFF: CONCORSO

Un viaggio in treno che attraversa l'Europa nel periodo più buio del vecchio continente, quando la Seconda guerra mondiale è alle porte e gli estremismi portano alle tristemente note ed efferate stragi tra la popolazione e ai devasti di una nuova guerra devastante. Su quel treno, soffocante e misterioso, una coppia di comunisti viaggia con incarichi importanti quanto non esattamente chiariti.

Ma il pericolo è in agguato e le tensioni salgono tra i coniugi, minacciati da presenze nemiche che tramano contro di loro, o così appare a chi si sente perennemente in fuga e perseguitato.

 

Catherine Bertoni de Laet

Europa Centrale (2024): Catherine Bertoni de Laet

Matilde Vigna

Europa Centrale (2024): Matilde Vigna

Gianluca Minucci dirige un film cocciutamente centrato sui voti alterati dei protagonisti, infervorati e impegnati a cercare di distinguere gli agguato da ciò che si rivela un semplice falso allarme.

Le atmosfere sono molto originali e il senso di inquietudine si rende spesso palpabile attraverso pedinamenti di macchina che evocano atmosfere al limite dell'horror, concentrate ad alternare movimenti di macchina ben studiati a primi piani di volti e ghigni dei personaggi coinvolti.

Tecnicamente mirabile e di fatto operazione coraggiosa e per nulla scontata, girato nel Museo dei treni di Budapest efficace a trasportare lo spettatore nei dintorni di quel 1940 pronto ad esplodere tra violenze, intolleranze razziali e massacri, Europa Centrale non riesce tuttavia a farsi spazio nel cuore dello spettatore per quella sua rigidità emotiva che non arriva mai a coinvolgere, nonostante l'abilità di costruzione del contesto tecnico e scenografico.

 

scena

Europa Centrale (2024): scena

Paolo Pierobon

Europa Centrale (2024): Paolo Pierobon

Pertanto il film rimane memorabile più per la forma di ciò che tenta di rappresentare, che per la concretezza di ciò che intende raccontare, diventando il dissidio e il tormento che guida i protagonisti (peraltro nell'ambito di un cast che coinvolge nomi molto apprezzati del calibro di Paolo Pierobon e Tommaso Ragno) più una descrizione di una follia più privata che il resoconto lucido della conseguenza di una deriva umana collettiva verso la barbarie più irrefrenabile e disumana.

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