Regia di Roberto Minervini vedi scheda film
Ho visto “I Dannati” quasi per caso ed è un film per me davvero eccezionale; solo dopo ho scoperto che il visionario regista di questo singolare e geniale western è l’italiano Roberto Minervini, che destruttura il genere fino a ridurlo ai suoi elementi essenziali: i soldati blu, la natura, i cavalli, il viaggio.
L’esperienza visiva è, a mio avviso, memorabile: lo spettatore è coinvolto in prima persona e partecipa al film assieme personaggi, camminando con loro e con loro trovandosi coinvolti in un pericoloso conflitto a fuoco: quella lunga scena è impressionante e realistica, per i suoni dei colpi di arma da fuoco, perchè il nemico non si vede, mentre si vedono in lontananza le fiamme degli spari, per le fughe affannose, i caduti; mentre scrivo queste poche righe rivivo quelle emozioni e mi vengono i brividi, proprio perchè è una esperienza più realistica dello Squid di Strange Days.
Sappiamo pochissimo: viaggiamo assieme ad un gruppo di perlustratori nordisti assemblati in modo che non sembra meditato perché sono diversi fra loro, in un landa montanara gelata (in quello che sarà il futuro Montana), durante la guerra di secessione.
I soldati sono stanchi, affamati, luridi, con barbe lunghissime, diversi in tutto: estrazione sociale, credo religioso, età, convinzioni e motivazioni personali, che li hanno indotti ad arruolarsi, attitudini non solo militari e prospettive di vita future.
I soldati a cavallo sono anomali predatori, ma, allo stesso tempo, prede alla ricerca di qualcosa che in effetti non conosciamo, ma aleggia una palpabile tensione, un senso di morte, di destini più grandi dei voleri dei personaggi, ai quali loro, con una sorta di sottinteso fatalismo, non possono sfuggire, con un senso diffuso di rassegnazione.
I movimenti di macchina sono personali e geniali e trovo pure convincente la fotografia, mentre i dialoghi, mai banali o compiaciuti, mettono a nudo verità scomode: non è un film per tutti e non è nemmeno la Sottile Linea Rossa, ma, per me, è un film interessante e pieno di idee.
Si potrebbe pensare ad un film pretenzioso ed ambizioso: secondo me, non è così e questo film è scomodo e induce ad un confronto anche tra spettatori e deve, a mio sommesso avviso, essere un esempio per tanto film impegnato italiano.
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