Tucson, Arizona. Nel 1862, agli inizi della Guerra civile americana, otto soldati della cavalleria dell'Unione e un ricognitore del 1° Cavalleggeri della California conducono una perlustrazione della zona di Picacho Peak, alla ricerca di un gruppo di confederati segnalato nelle vicinanze. Il tenente della pattuglia, Jeremiah, è un soldato esperto e un cristiano devoto, il cui obiettivo è quello di entrare in seminario dopo la fine della guerra. Mentre il reggimento continua a rimanere indietro, il viaggio della pattuglia diventa lentamente una lotta per la sopravvivenza, che costringe i soldati a rivalutare e dare un senso al loro impegno in guerra.
Non storico, né documentario: Roberto Minervini torna dietro la macchina presa dopo il disastro di "Che fare quando il mondo è in fiamme". Forza dialoghi - solo apparentemente improvvisati - che appartengono ai nostri giorni per ottenere un improbabile dejaù, inventa cowboy di fantasia. Se in un film prevale la fotografia, il film ha poco da dire.
Personalmente l'ho trovato noioso. Anzi ripensandoci bene, una palla colossale. I costumi e la fotografia sono curati ma lo svolgimento non decolla. Ho visto anche voti a cinque stelle ... per la critica della retorica della guerra cinque stelle le do a Nulla di nuovo sul Fronte Occidentale di Lewis Milestone (1930).
Diffidate dai voti negativi di chi evidentemente cercava un film alla "Salvatore il soldato Ryan".
Film bellissimo, teso, intimo: cos'è la guerra e cosa cerchiamo?
Voto 7,5
Minervini l’ha girato nel Montana, e torna in mente quel mitico carosello di una vita fa: Laggiù nel Montana tra mandrie e cowboys/ c’è sempre qualcuno di troppo tra noi/ Black Jack va dicendo che troverà il modo/ di farmi sembrare un bel colabrodo/ però se a provarci un bel dì lo costringo/ vedremo chi cola, parola di Gringo”.
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Commenti (6) vedi tutti
Noioso western dalla trama inesistente; sembra più che altro un documentario sulla vita dei soldati di cavalleria durante la guerra civile americana.
commento di gruvierazNon storico, né documentario: Roberto Minervini torna dietro la macchina presa dopo il disastro di "Che fare quando il mondo è in fiamme". Forza dialoghi - solo apparentemente improvvisati - che appartengono ai nostri giorni per ottenere un improbabile dejaù, inventa cowboy di fantasia. Se in un film prevale la fotografia, il film ha poco da dire.
commento di maurri 63Molto asciutto, alla fine anche un po' troppo secco. Le pretese sono alte, i risultati buoni
commento di monsieur opalPersonalmente l'ho trovato noioso. Anzi ripensandoci bene, una palla colossale. I costumi e la fotografia sono curati ma lo svolgimento non decolla. Ho visto anche voti a cinque stelle ... per la critica della retorica della guerra cinque stelle le do a Nulla di nuovo sul Fronte Occidentale di Lewis Milestone (1930).
commento di LordClamUomini senza nome, due secoli o due millenni fa, oggi, domani e certo anche dopodomani. Dov’è la pace?
leggi la recensione completa di yumeDiffidate dai voti negativi di chi evidentemente cercava un film alla "Salvatore il soldato Ryan". Film bellissimo, teso, intimo: cos'è la guerra e cosa cerchiamo? Voto 7,5
commento di NikArduo