Regia di Sergio Gobbi vedi scheda film
Aznavour anche sceneggiatore che vuole emulare il professore(qui è un affermato, facoltoso chirurgo)David Summer di "Cane di paglia", in un film fatto a suo veicolo personale con tanto di bambinetta di forse 3 anni che è la vera figlia Katia Aznavour, rapita da due bruti assieme alla moglie a scopo di tanto denaro.
Proprio alla bambinetta vengono fatte fare delle sequenze come una immersione forzata con la testa sotto l'acqua in una piscina, tirata e "strozzata" con un cappio di corda, che ella piangente spontanea, se oggi solo si tentasse qualcosa del genere verrebbero denunciati tutti a partire dal regista, il versatile e solitamente buon Sergio Gobbi.
Molto lento e di attesa con pochi dialoghi, ambientato interamente tranne il pre-finale a Parigi in una villa fuori stagione sulla Costa Azzurra e proprietà del chirurgo con tanto di governante e giardiniere, si rifà per molti stilemi e tentativo di psicologia dei personaggi, al noir francese collaudato, con un buon Raymond Pellegrin, ovviamente cattivo, criminale sofisticato e che si crede talmente intelligente da essere sempre intoccabile, a cui invece tocca una fulminea dipartita per vendetta. Baggiano e che muore da baggiano invece, il suo silente e pervertito complice baffuto.
Bella ovviamente la colonna sonora del fido arrangiatore e autore "aznauvouriano" George Garvarentz autore pure del tema cantato, e curata la fotografia di Daniel Diot, ma purtroppo il film non è molto incisivo e Aznavour "freddissimo" e vendicativo calcolatore non ha sì il "fisico" ma non è neppure intenso come Hoffman.
Potta imperiale la giovane e sinuosa dai fianchi gavitellosi, la bionda Marie-Christine Barrault/Françoise nella parte della giovane moglie da uomo arrivato, di Aznavour/Prof. Charles Bernard.
John Nada
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