Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film
Ovvero la corruzione del potere, della politica, che sfidano la sincera schiettezza dell'amore puro.
L'amore è quello che un tenace assessore all'urbanistica prova per Lola, splendida trentenne che è la punta di diamante di un bordello frequentato dalle massime autorità della città di Coburg. Ovviamente il retto uomo pubblico non è a conoscenza del mestiere della donna, e si illude che la sua intransigenza, la sua tenace lotta contro i fannulloni e la corruzione, possa cambiare finalmente le regole in una città dove invece il compromesso e l'accomodamento hanno sempre la meglio su ogni forma di impegno e di rettitudine.
Gran ritratto di donna che vive di espedienti e di corruzione, ma che trova nell'amore, quello che un onest'uomo prova per lei, la via del riscatto, così come questo pubblico ufficiale trova nella corruzione e nel losco affare il modo per appropriarsi della donna che ama, Lola è il terz'ultimo esemplare film di Fassbinder, che continua la sua carrellata di ritratti femminili forti e determinanti nelle vite, nelle scelte, e nei destini, di una civiltà che cerca di andare avanti, aggrappata all'arrivismo e alla prepotenza di pochi, che finiscono per soggiogare tutti ed ogni cosa.
Emblematico ma per nulla scontato che sia la società tedesca ad essere pesa di mira come epicentro di corruzione nella pubblica amministrazione. Splendida ed algida la Sukowa, bella con lo zigomo pronunciato e maestoso come la Hayworth (o quasi), potente Armin Mueller-Stahl, premiato alla carriera quest'anno a Locarno 2014, occasione in cui fu presentato proprio Lola in Piazza Grande per rendergli doveroso omaggio. Mario Adorf, leonino e debordante come al solito, è perfetto nella parte dell'imprenditore più corrotto e perverso della cittadina, nonché gestore del bordello epicentro di ogni intreccio.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta