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Lola

Regia di Rainer Werner Fassbinder vedi scheda film

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La recensione su Lola

di Baliverna
6 stelle

CONTIENE ANTICIPAZIONI - E' un film molto pessimista e cinico girato con tono leggero, quasi svagato, aumentato dalle leggiadre musiche di Peer Raben. Fassbinder racconta un episodio di malaffare nella Germania Federale degli anni '50, tra politici, night-club e imprenditori. Una storia sentimentale si intreccia con una grossa operazione di speculazione edilizia, dove i tre ambienti di cui sopra si intrecciano a loro volta, con un'aggiunta di corruzione e di illegalità debitamente nascoste sotto una facciata di progresso e benessere. Il malaffare fa comodo un po' a tutti i pezzi grossi, quindi nessuno di loro si ribella o denuncia la sporca manovra. Almeno finché - e qui vediamo tutto il pessimismo di Fassbinder - l'imprenditore non voglia sfogare la rabbia per una delusione amorosa, vendicandosi sui colpevoli. Come dire che il marcio viene tranquillamente tollerato da tutti e, se si cerca di smascherarlo, è per fini che nulla hanno a che fare con la moralità o l'onestà. Lo stesso giornalista interpellato per mettere su lo scandalo è reticente ed evasivo.
Lo sguardo di Fassbinder sulla Germania del secondo dopoguerra è spietato, e non salva praticamente nessuno. La stessa prostituta (quasi) redenta tradisce il marito con il velo da sposa ancora indosso, mentre lui felice e ingenuo crede al suo amore e alla sua fedeltà. E queste sono le basi per la società del futuro. Gli unici timidi contrappunti a questo andazzo sono i comunisti che fanno i picchettaggi per le strade, ma anche le loro idee vengono relativizzate e messe in discussione (vedasi il dialogo su Bakunin).
Che dire in generale? E' un film ben diretto e ben recitato, ma questa curatezza formale manca di quel qualcosa per farne una pellicola davvero bella. Non mi ha appassionato e coinvolto più di tanto, insomma.
Ci sono alcuni dei "soliti" attori di Fassbinder (anche l'onnipresente maschera del militare americano mulatto rimasto in Germania). Brava la Sukowa e direi tutti; forse solo un po' sopra le righe Mario Adorf.
Vedendo la disperazione che trasuda da questo film (e da tutti i suoi), non stupisce che di lì a non molto il tormentato regista tedesco si sia tolto la vita.

Sulla colonna sonora

Bella.

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