Regia di George A. Romero, Dario Argento vedi scheda film
Due maestri dell'horror (George Romero e Dario Argento) ripropongono, a loro personalissimo modo, alcuni dei migliori racconti di Edgar Allan Poe.
Fatti nella vita del signor Valdemar - regia di George A. Romero (***1/2)
L'anziano possidente Valdemar (Bingo O'Malley) viene lentamente condotto alla morte dal medico curante il quale, in combutta con la più giovane moglie (Adrienne Barbau) che ne è anche l’amante, mira all’eredità. Per formalizzare il lascito delle sue proprietà alla moglie, Valdemar viene indotto dal medico, mediante ipnosi, a sottoscrivere testamento. Ma proprio in quel contesto l’uomo, ormai gravemente ammalato, muore. Per dare corso alla pratica ereditaria, in concerto con l’avvocato testamentario, la morte di Valdemar deve essere prosposta di alcuni giorni e i due amanti decidono di mantenere il cadavere in stato ottimale, congelandone il corpo. Essendo morto in stato di ipnosi, l’anima non ha abbandonato il corpo e il suo stato catalettico diventa un varco, che consente l’accesso al mondo dei vivi di spettri feroci e vendicatori.
Il gatto nero - regia di Dario Argento (*****)
Roderick Usher (Harvey Keitel), alcolizzato fotografo di cronaca nera, è morbosamente attratto da immagini di violenza e morte. È sempre presente sui luoghi di brutali delitti, documentando con dovizia di particolare dettagli di corpi amputati (una vittima segata in due da un enorme pendolo) o cadaveri in avanzato stato di decomposizione (uno psicopatico ha riesumato il corpo della cugina defunta per estrarle tutti i denti). Il suo ultimo progetto, un libro contenente immagini “sadiche”, vede coinvolto un gatto nero sottoposto a sevizie documentate in sequenza fotografica. Annabel (Madeleine Potter), la convivente di Usher, si accorge che la gatta nera a cui è fortemente legata è scomparsa. Passando nei pressi di una libreria, la ragazza scopre l’edizione del libro fotografico di Usher, nel quale in copertina risalta l’immagine di un gatto nero sottoposto a tortura. Il collegamento è immediato, anche perché il convivente in più occasioni ha maltrattato l’animale. Dopo una furiosa lite, Usher in un impeto di follia uccide Annabel. Ma la presenza di un’altra gatta nera, con una strana macchia bianca (a forma di capestro), continua ad assillare il fotografo, anche mentre questi architetta un piano per fare credere che Annabel lo ha abbandonato.
Due occhi diabolici, nelle intenzioni iniziali, avrebbe dovuto essere diretto da quattro grandi nomi del panorama horror internazionale (gli altri due erano John Carpenter e Stephen King) e presentare diversi episodi tratti dai racconti di Edgar Allan Poe. L'inattesa rinuncia di King e Carpenter rischia di mandare a monte il progetto, quindi Argento e Romero decidono di portare a compimento ugualmente l’opera, mediante due mediometraggi della durata di circa un’ora ciascuno. L’episodio diretto da Romero è forse quello più carico di significati e rende molto bene il senso del racconto originale, mentre Argento, forte della collaborazione di Pino Donaggio (quindi avvantaggiato da una migliore colonna sonora), punta a offrire immagini particolarmente forti (opera di Tom Savini, con relativo cameo nel ruolo del maniaco che ha riesumato la cugina per estrarle i denti) e soggettive - dal punto di vista del gatto - originali. Argento, per la prima volta alle prese con una storia che non gli appartiene, mostra comunque di essere realmente affezionato al malinconico scrittore di Baltimora, inserendo qua e là diversi spunti da altri racconti ("Il pozzo e il pendolo", "Berenice") e complessivamente dirige al meglio un gruppo di attori decisamente in parte. Nel complesso un’opera d'effetto, decisamente riuscita.
Curiosità [1]
Dario Argento aveva originariamente pianificato una serie televisiva via cavo, basata sulle opere di Edgar Allan Poe. George A. Romero aveva accettato di dirigere l'episodio pilota The facts in the case of Mr. Valdemar, Michele Soavi era destinato alla direzione di The masque of the red death e Richard Stanley era stato scelto per la regia di The cask of amontillado. Purtroppo solo Romero ha partecipato e solo un altro episodio ("The black cat"), scritto e diretto da Argento, è stato prodotto.
Breve cameo di Martin Balsam in una citazione alla sua interpretazione, per Hitchcock, nel celebre Psyco (1960).
E. G. Marshall cita un "Mr. Pratt" a un certo punto. In Creepshow (1982) di George A. Romero, ha interpretato un milionario di nome Mr. Pratt.
La parola a Dario Argento [2]
"Al termine della lavorazione di Opera (1987), ho impiegato molto tempo per riprendermi dalla stanchezza psico-fisica che mi aveva preso. Avevo giurato a me stesso che non mi sarei più imbarcato in progetti stressanti, faticosi e angoscianti come quello. Ero stravolto, depresso, provavo come un desiderio di morte e pensavo anche di lasciare il cinema. Per questo ho fatto un viaggio in America. Lì ho incontrato i miei vecchi e cari amici John Carpenter, George Romero, Stephen King. Una sera, mentre discutevamo, ho proposto loro di fare un film da girare tutti assieme. Un film composto da quattro episodi tratti da un noto scrittore di cui non avevamo ancora deciso il nome. Alla fine abbiamo tutti e quattro suggerito Edgar Allan Poe. Una volta tornato in Italia, ho trovato un produttore disposto a lanciarsi in questo progetto, al quale si sarebbe associato anche un americano. Il film si poteva fare. Stephen King aveva iniziato a scrivere il suo episodio tratto da 'Il cuore rivelatore'. Io ero attratto da una poesia intitolata 'Ulalume', perché mi suggestionava la figura di un uomo che girovagava per la foresta con il cadavere di una donna tra le braccia. Poco dopo King ha rinunciato al progetto perchè i suoi manager gli avevano suggerito di abbandonare la regia cinematografica, mentre Carpenter ha dato buca senza darmi un chiaro motivo."
NOTE
[1] Fonte: imdb
[2] Dal libro "Dario Argento - Confessioni di un maestro dell'horror" a cura di Fabio Maiello
"Ciò che scambiate per pazzia non è altro che estremo godimento dei sensi."
(Edgar Allan Poe)
Trailer
F.P. 19/07/2021 - Versione visionata in lingua italiana (durata: 119'55") / Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su DarkVeins (in data 07/02/2008)
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