Regia di George A. Romero, Dario Argento vedi scheda film
Non è sbagliato considerare ognuno dei due episodi un film a sé stante;e dispiace dirlo,ma quello di Romero,solitamente ben considerato soprattutto da parte della critica,nuoce al film di Argento,se vanno giudicati come un dittico.Perche'tanto il "Valdemar" è lento e slegato,con qualche momento di umorismo involontario,quanto insolitamente preciso,poco incline a divagazioni granghignolesche è il "Gatto nero" di Argento.La storia maledetta di morti viventi,soldi e infamia del "Caso Valdemar" parte benino ma si appanna dopo un po'ed è avvertibile una forte sensazione di artefatto che poco giova ad un film che ha la sua ragion d'essere nel creare tensione nello spettatore.Il discorso varia,e non di poco,per "Il gatto nero" di Dario Argento,piu'consono alle atmosfere malate di Poe,con un attore del calibro di Harvey Keitel nei panni di un personaggio di fotografo ,che,come lo scrittore inglese è innamorato dell'alcool e del senso di morte.Le immagini che ritrae,immagini desolate di cadaveri oltraggiati,fomentano la furia omicida che è in lui,destinata ad esplodere in una sequenza di violenza impressionante,quasi da documentario sul crimine.Argento ha,effettivamente,dopo l'esteriore "Opera",compiuto un notevole passo in avanti:soggettive e movimenti di macchina atipici confermano il regista romano come uno dei piu'dotati tecnicamente:se fosse sempre ispirato,almeno...
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