Regia di Terry Zwigoff vedi scheda film
All'inizio le due ragazze mi sono sembrate antipatiche, e il film una delle tante americanate per adolescenti. Ma presto ho potuto constatare che il film aveva il suo spessore, e che anzi lo prendeva man mano che procedeva.
In generale, lo definirei una riflessione sul vuoto che trovano molti adolescenti che oggi si affacciano alla vita adulta, e al profondo senso di spaesamento che ne deriva. Gli adulti sono assai poco autorevoli e non sono in grado di dar loro dei modelli, o di indicare una direzione. L'esempio più rappresentativo in questo senso è il padre della moretta, che è assai poco uomo e assai poco padre. E' un tipo senza spina dorsale, senza polso, che si lascia andare al vento di passioni futili e fallaci. Emblematica in questo senso la scena in cui sceglie il momento meno adatto per dare alla figlia una notizia già poco lusinghiera di per sé (il trasferimento in casa della sua amante). E la ragazza non sa più cosa vuole e chi vuole. Il personaggio di Buscemi, da parte sua, è anche lui un disadattato incapace di affrontare la vita. Per di più è vittima di una madre possessiva e protettiva.
Insomma, in un mondo così non rimane che prendere il primo autobus e partire per destinazione ignota...
Il ritmo è moderato, non troppo lento e non veloce. I personaggi, le situazioni e i dialoghi mettono a nudo a poco a poco la precarietà di molte esistenze moderne, spaesate e confuse. Il messaggio è sussurrato, non urlato, è quasi un attento distillato di un insieme che potrebbe sembrare anche una vicenda senza un particolare significato. Mi è piaciuta la scena in cui il vecchio sale su un autobus sul cui passaggio più nessuno credeva... Anche l'ultima inquadratura è bella.
Il film ha anche il merito di evitare tutti i facili espedienti dell'ambientazione e del genere, e le varie strizzatine d'occhio agli adolescenti. Tra l'altro non c'è un briciolo di sesso e non ci sono musichette sceme. Da vedere.
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