Regia di Terry Zwigoff vedi scheda film
(f.) Non si tratta della solita solfa post-adolescenziale americana, anche se le fregolette ci sono, ma il tono ed i dialoghi sono abbastanza divertenti ed irriverenti (Che c*zzo starà facendo Josh? - Secondo me si fa una s*ga. - Boh io penso non si faccia neanche quelle). Ovviamente Enid è una ragazza piena di dubbi che non sa cosa ne sarà della sua vita, cambiando diverse volte stile di vita e progetti e qui non c’è niente di che, appare tutto quasi scontato; mentre l’amica, appena meno ribelle, alcune idee precise le ha. Più che altro il film è una favoletta un po’ cattivella sui dubbi, le indecisioni ed il carattere incerto della protagonista, che ogni tanto fa scappare la pazienza allo spettatore, ma non può non farsi volere bene. L’unico punto fermo della vita di Enid non è l’amorfissimo padre e neppure Seymour (Buscemi, troppo più grande di lei, ci saranno 20 anni di differenza, infatti resterà solo il suo eroe), ma un vecchio rincoglionito che aspetta l’autobus ad una fermata soppressa da 4 anni… qualunque cosa succeda so che tu ci sarai sempre. Invece alla fine il vecchio parte davvero e, poco dopo, anche Enid prende quell’autobus verso chissà cosa, verso chissà quale altra indecisione o dubbio esistenziale.
Enid (Thora Birch) è un’adorabile pezzettino di merda che, insieme all’amicissima Rebecca (Scarlett Johansson), si è appena diplomata. Le due fanno diverse stronzate nell’attesa di decidere il loro futuro; una di queste è giocare uno scherzo ad un imbranato e sfigatissimo collezionista di musica jazz e blues (un grande, come al solito, Steve Buscemi), di cui Enid finisce per invaghirsi.
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