Regia di Edgardo Pistone vedi scheda film
Girato in un bianco e nero che ha in sé qualcosa di onirico e sfuggente, quasi a voler portare il racconto fuori dal tempo, o a voler creare un angolo privato e segreto nel quale i sogni si possano avverare, Ciao Bambino si concentra sull'incontro di due individui che, una volta riconosciute le affinità nelle proprie solitudini, provano ad amarsi.
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2024 - FREESTYLE
C'è chi eredita proprietà e chi eredita soldi, e c'è chi eredita guai. Attilio ha ereditato guai: i guai del padre, che appena uscito di prigione ha Vittorio che lo viene a cercare, al quale deve tanti soldi e dal quale scappa. Vittorio dice chiaro ad Attilio che se il padre non lo fa, il debito dovrà saldarlo lui. E mentre l'adulto fugge alle responsabilità scappando da una sorella a Ischia, il ragazzo resta nel rione Traiano di Napoli, a portare avanti la vita che s'è trovato da sempre. La frequentazione con Martinelli, un delinquente del posto al quale di tanto in tanto porta, in cambio di soldi, orologi o braccialetti rubati con i suoi amici, lo porta ad avere da questi un incarico: un incarico che ha l'aria fatalista e la giovinezza di Anastasia, una ragazza che viene dall'est per lavorare per strada, e che lui dovrà proteggere e sorvegliare. Salvo innamorarsene, senza però poterlo rivelare.
A 17 anni, si ha l'età nella quale si può iniziare a pensare a cosa si farà da grandi. Oppure le cose possono andare molto più in fretta, e padri scapestrati possono lasciare in balia degli eventi figli costretti a diventarlo prima del tempo, e a prendere decisioni accelerando il proprio processo di maturazione e pagandone poi le conseguenze. Di questo parla Ciao Bambino, primo lungometraggio di Edgardo Pistone, che ambienta nel quartiere dove è nato e cresciuto, mettendoci tanto del proprio vissuto.
Il regista parte dalla descrizione del contesto di degrado sociale prima ancora che urbano nel quale si svolgono gli eventi, e che porta Attilio ad accettare il ruolo di protettore prendendolo come qualcosa di fisiologicamente in linea con la propria esperienza. Senza però arenarsi tra i cliché di un cinema del disagio che può diventare ricattatorio, porta l'attenzione in maniera sempre più massiccia su una storia d'amore improbabile, da vivere come una sorta di bolla poetica e malinconica per evadere da una realtà ben più avara di emozioni. Attilio prova a credere in una vita felice, sicuramente anche la sua altrove, ma il senso di responsabilità da cui il padre è fuggito continua a chiamarlo, sotto la forma di quell'eredità di guai alla quale prima o poi dovrà rispondere.
Girato in un bianco e nero che ha in sé qualcosa di onirico e sfuggente, quasi a voler portare il racconto fuori dal tempo, o a voler creare un angolo privato e segreto nel quale i sogni si possano avverare, Ciao Bambino si concentra sull'incontro di due individui che, una volta riconosciute le affinità nelle proprie solitudini, provano ad amarsi. Almeno fino a che la realtà non torni a ristabilire le gerarchie.
Romantico, struggente e spietato, l'esordio di Edgardo Pistone è un gran bel pezzo di cinema. Italiano, per giunta. Chapeaux.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta