Regia di Gianni Amelio vedi scheda film
Amelio è un Maestro, è probabilmente il miglior regista italiano che abbiamo attualmente, insieme a Bellocchio. C'è poco da dire. Il suo Cinema, però, negli ultimi tempi sta perdendo qualche colpo, pur restando opere importanti e "diverse", che danno discontinuità a un Cinema italiano boccheggiante. "Campo Di Battaglia" è un film solido, sentito, molto umano, (l'umanità, o l'umanesimo, è caratteristica fondamentale del Cinema di Amelio), ma che, come gli sfortunati protagonisti, zoppica e arriva al traguardo lasciando più di una perplessità. La prima parte è feroce e cruda, pur essendo quasi tutta girata in un ospedale militare, e opera una rigorosa riflessione sul "male della guerra", non solo come questione primaria ma anche, se si può dire, "secondaria", con i suoi feriti, vittime collaterali della sua brutalità. Due amici, due medici, uno pacifista e uno patriota, per una storia che coinvolge. Dopodiché, il film lentamente muta con l'arrivo dell'epidemia dell' "influenza spagnola", spostando il discorso sul contagio e i suoi morti, su un altro tipo di battaglia, che porta in secondo piano la prima guerra mondiale, ormai vinta. Una riflessione, quindi, doppia, che finisce per lasciare un po' freddi, al netto dei rapporti fra i protagonisti, fra cui un'infermiera ambigua. Il Cinema c'è, la recitazione pure, ma è il discorso generale che mi sembra forzato, specialmente nella parte "epidemica". Sull'argomento della prima guerra mondiale, si guardi, invece, "Torneranno i Prati", ultimo grandioso film di Olmi.
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