Regia di Mehdi Barsaoui vedi scheda film
VENEZIA 81: ORIZZONTI
Proprio come Mattia Pascal, la giovane cameriera tunisina Aicha ha occasione di assistere, in incognito, al proprio funerale quando la gente che la conosce la crede vittima di un tragico incidente d'auto quando il pulmino del resort in cui lavora come cameriera si schianta in una rupe nel trasportare alcuni dipendenti, tra cui lei, unica superstite.
Quella incredibile circostanza permette alla ragazza, amareggiata dai genitori che la vogliono dare in sposa ad un vecchio benestante solo per risolvere i problemi economici che li assillano, ed infelice dopo una ingannevole love story con il suo capo che le ha promesso di divorziare, ma la usa solo come valvola di sfogo, di cambiare vita ed emigrare a Tunisi, forte di una laura somma di denaro sottratta al suo disonesto amante.
Ma nella grande città, vivendo da clandestina per mancanza di documenti, Aicha imparerà a proprie spese a non fidarsi di chi le si dichiara amico, ed in realtà finisce per sfruttarla e svenderla non meno dei propri genitori o del proprio amante.
Il secondo lungometraggio del regista tunisino quarantenne Medhi Bersaoui è un film intrigante da una parte, quanto decisamente improbabile nelle situazioni in cui incappa la dolente ma tenace protagonista.
L'aspetto più interessante della rocambolesca vicenda è, forse, la documentazione, serrata e senza fronzoli, di una vita quotidiana tunisina nella capitale che cerca di emulare la quotidianità di una città europea di grandi dimensioni, i cui cittadini vivono lo stress giornaliero solo col pensiero di riuscire ad arrivare indenni al weekend successivo, foriero di svaghi, di eccessi e di divertimento convulso concepito come rimedio più efficace per rompere uno stress da vita quotidiana castrante, corrotta e dai connotati decisamente tossici.
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