Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Nonostante un Proietti dalla mimica immalinconita ed un Montesano un po' imbolsito, d'altra parte 26 anni non sono pochi, questo sequel del nostro mitico cult è davvero riuscito, sia negli ingranaggi delle nuove "Mandrakate" che funzionano bene, sia per lo spirito dei personaggi che sono ancora dei "figli dè bona donna" furbi, loschi, bastardi, fregnoni ma sempre simpatici, e sia infine per l'alchimia che si è ricreata tra Proietti e Montesano la cui "straordinaria partecipazione" ha dato una sterzata al film fino a quel momento comunque divertente.
Ed infatti Montesano meglio di Proietti, forse perché ci ha creduto di più o perché ci si è messo con più umiltà dimenticandosi per un momento del bravo attore di teatro qual'è, è riuscito a tornare di nuovo er Pomata, mentre Proietti mi è parso troppo frenato, soprattutto nei suoi mitici monologhi iperbolici detti qui un po' a rallentatore, capisco che Mandrake è un attore fallito, poveraccio ed invecchiato ma la sua caratteristica era ed è ancora quella: "rincojonire" tutti dicendo una marea di fregnacce!
Comunque, dicevo, il film c'è sia come commedia romanesca, mai volgare e sempre brillante, sia come affezionato tributo al primo film; come non commuoversi di gioia alla scena della macelleria e a tutto quel che segue di fronte al ritratto di Rinaldi Otello (3 Kg de trippa e 2 de budello...) per tutti Manzotin! Grazie soprattutto a Montesano che ci riporta con ironia, affetto e devozione alle scenette di 26 anni fa, ma che soprattutto presta la spalla in modo mirabile a Proietti -che così entra veramente in parte- trascinandolo indietro nel tempo e rinnescando i botta e risposta tra i due che hanno fatto la fortuna del primo Febbre da Cavallo.
Da rivedere e da ristudiare.
Nicola Moscardelli
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