Regia di Carlo Vanzina vedi scheda film
Sono tornati: a distanza di 26 anni Mandrake, er Pomata e i loro soci cavallari ritornano sul luogo del delitto, pardon, della Tris. Mandati in pensione Soldatino, King e D’Artagnan (i tre mitici brocchi del vecchio film di Steno), stavolta tocca a un trottatore di nome Pokemon - è il prezzo da pagare ai nuovi tempi - popolare i loro sogni e, più frequentemente, i loro incubi. ”Febbre da cavallo- La mandrakata“ è un seguito iper-filologico: praticamente è identico al capostipite, grazie all’atmosfera e all’imprescindibile tema musicale di Bixio-Frizzi-Tempera, anche se Montesano (Pomata) compare solo nell’ultima mezz’ora e intorno a Proietti (Mandrake) ci sono nuovi arrivi come Rodolfo Laganà, Andrea Ascolese, Nancy Brilli e Carlo Buccirosso, il più spassoso. Non sostituite, né sostituibili, vecchie glorie come Mario Carotenuto e Adolfo Celi: e manca ovviamente la ”cornice“ del processo, che era di grande efficacia comica e narrativa. Per questo il seguito è di uno zinzino inferiore al primo capitolo, anche se si ride molto e Proietti è mattatore unico e convincente (memorabile, fra le tante, la gag della fiction ”Il ritorno di Padre Pio“, in cui Mandrake interpreta un frate e nel bel mezzo dei salmi riceve, via telefonino, la cronaca dell’ennesima corsa perduta). Un ultimo avvertimento, leggete con attenzione i titoli di coda perché contengono la gag più strepitosa: i vestiti di Nancy Brilli sono di Roberto Cavalli!
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