Regia di Siro Marcellini vedi scheda film
Dopo un'attenta preparazione, una banda di rapinatori mette a segno un ingente colpo alla Banca Nazionale dell'Agricoltura di Genova. Il capo, però, a quel punto fa saltare i patti e pretende metà del bottino. Il gruppo si disgrega, uno dei banditi si costituisce, la polizia non fatica a mettere le mani sui delinquenti.
A dispetto del titolo, non è precisamente nè un gangster movie, nè un poliziottesco: piuttosto, l'ennesimo lavoro da inserire nel filone dei film sulla grande rapina, che in quegli anni andava per la maggiore, dai Sette uomini d'oro (1965) di Marco Vicario in avanti. Qualche ascendenza, naturalmente, può essere ritrovata anche nei Banditi a Milano (1969) di Carlo Lizzani; l'effetto speciale, chiamiamolo così, principale della pellicola è il cast, che crea una banda criminale affiancando alcuni fra i volti più truci del cinema nostrano (e non solo): Klaus Kinski, Nello Pazzafini, Franco Citti, Maurice Poli (accreditato come Maurice Polì) sono un gruppo di interpreti assolutamente godibili, ma anche un manipolo di volti perfetti per un noir. Accanto a loro, parti minori per Helene Chanel, Max Delys, Susy Andersen. Azione e ritmo dominano la sceneggiatura del film, firmata dal regista e da Piero Regnoli, che offre però numerose sbandate dal punto di vista della logica e costruisce personaggi stereotipati ben al di sotto del limite minimo di verosimiglianza; a dirla tutta, poi, Marcellini non se la cava granchè bene con le - per fortuna poche - scene di inseguimenti e di fuga motorizzata (esempio eclatante: i banditi spingono la camionetta usata per la rapina dritta verso un dirupo; stacco: la camionetta cade in un dirupo... di lato!). Addirittura profetica la sequenza della rapina, infine, involontariamente da brividi al pensiero di quello che, non molti mesi dopo, accadrà in un'altra filiale della Banca Nazionale dell'Agricoltura, quella milanese (strage di piazza Fontana, 12 dicembre 1969). Ciliegina, meglio non potrebbe definirsi, la colonna sonora jazzata a cura di Piero Umiliani, sempre impeccabile. 3,5/10.
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