Regia di Shekhar Kapur vedi scheda film
In anni in cui domina il cinema-franchise (intrecci e personaggi messi in serie e in sequel) può incuriosire un film che riprende un testo già esplorato e destrutturato o ”copiato“ in bella sullo schermo in tante versioni di qualità eterogenea. Interessa un cinema che ha le sane ambizioni del kolossal vecchia maniera (amori ed esotismo, valori ed emozioni forti). E attrae se al cuore della storia (ispirata al romanzo di A.E.W. Mason, pubblicato nel 1902) si possono trovare corrispondenze inquietanti con il clima di guerra che offusca il mondo in questo momento: Occidente contro il terrore, orgoglio e rabbia. ”Le quattro piume“, storia di un ufficiale britannico che si rifiuta, nel 1884, di partire per il Sudan e combattere i ribelli del Madhi e viene umiliato dai commilitoni e dalla donna che avrebbe dovuto sposare con le quattro piume bianche che simboleggiano l'onta della codardia, nella rilettura epica, melodrammatica e seducente di Shekhar Kapur (autore dallo stile intenso e non trattenuto, chiede agli attori di non rimanere schiacciati dai costumi d'epoca e firma una magistrale sequenza di battaglia) e porta in superficie la condanna al colonialismo, il diritto-dovere di avere paura, la legittimità delle inconciliabili filosofie alle quali i popoli e le culture si rifanno. Harry supera la propria linea d'ombra, senza impazzire, grazie al deserto e all'amicizia con Abou Fatma, l'uomo dell'altra metà del mondo che gli insegna a sorridere e gli fa capire come gli inglesi vadano troppo fieri sulla Terra.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta